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Vittorio Emanuele III, Franceschini: "Vicenda chiusa, sepoltura al Pantheon non esiste"

Vittorio Emanuele III, Franceschini: "Vicenda chiusa, sepoltura al Pantheon non esiste"

Grasso: 'Impossibile onore pubblico'

MONDOVI' (CUNEO), 18 dicembre 2017, 20:01

Redazione ANSA

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Savoia: bara con Vittorio Emanuele III a Vicoforte - RIPRODUZIONE RISERVATA

Savoia: bara con Vittorio Emanuele III a Vicoforte - RIPRODUZIONE RISERVATA
Savoia: bara con Vittorio Emanuele III a Vicoforte - RIPRODUZIONE RISERVATA

La sepoltura di Vittorio Emanuele III a Vicoforte "è la chiusura definitiva della vicenda, non ne apre una nuova. Del resto sono la storia e la memoria a impedire anche solo di prendere in considerazione l'ipotesi di una sepoltura al Pantheon", dichiara il ministro della Cultura Dario Franceschini.

Non si placano infatti le polemiche sul rientro delle spoglie traslate nel santuario di Vicoforte (Cuneo). A chi fra i Savoia sostiene che le spoglie del re dovrebbero riposare nel Pantheon, oggi la presidente della comunità ebraica di Roma replica che 'sarebbe veramente uno scempio mettere la salma vicino ad un luogo che è stato quello della deportazione di tanti ebrei italiani'. Da Pietro Grasso arriva la riflessione che un Paese maturo deve saper fare i conti col proprio passato, ma 'le responsabilità prima, durante e dopo l'avvento del fascismo, così come la firma delle vergognose leggi razziali, non consentono alcun revisionismo sulla figura e l'operato di Vittorio Emanuele III'.

"Fortunatamente la monarchia fa parte del passato di questa Repubblica. Ritengo inopportuno che la salma di Vittorio Emanuele III venga trasferita al Pantheon", dice anche il sindaco di Roma Virginia Raggi.

"Non è il momento per fare polemiche, sono qui per rendere omaggio ai miei nonni, ma per me devono andare al Pantheon". Lo ribadisce Emanuele Filiberto, al termine della preghiera nella cappella di San Bernardo, all'interno del Santuario di Vicoforte, dove sono state traslate le salme del re Vittorio Emanuele III e della consorte, la regina Elena. "Abbiamo un documento del rettore del Phanteon - aggiunge - che lo autorizza".

La salma è arrivata ieri nel Santuario di Vicoforte, dove ha trovato posto accanto a quella della moglie, Elena, già traslata nei giorni scorsi da Montpellier. Le spoglie sono giunte a Cuneo con un volo dell'Aeronautica militare dall'Egitto. C'è chi lo vorrebbe tumulato nel Pantheon a Roma. La Comunità ebraica tuona: fu complice 'di quel regime fascista di cui non ostacolò mai l'ascesa' che 'genera profonda inquietudine'. Sinistra e 'Liberi e Uguali' chiedono perché 'sia stato usato un aereo dell' Aeronautica militare, un volo di Stato', che, per Carlo Smuraglia 'urta le coscienze'. Emanuele Filiberto: 'da Savoia errori ma guardare avanti'.

"In un'epoca segnata dal progressivo smarrimento di Memoria e valori fondamentali il rientro della salma del re Vittorio Emanuele III in Italia non può che generare profonda inquietudine, anche perché giunge alla vigilia di un anno segnato da molti anniversari", tra cui "gli 80 anni dalla firma delle Leggi Razziste". Lo sottolinea la Presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni, ricordando che "Vittorio Emanuele III fu complice di quel regime fascista di cui non ostacolò mai l'ascesa".

Oggi nel Santuario di Vicoforte arriverà in visita l'erede al trono, Vittorio Emanuele: un "omaggio alle sepolture provvisorie dei miei nonni". Parole che confermano la divisione in Casa Savoia tra chi, come lui, per le spoglie dei sovrani vorrebbe definitivamente il Pantheon e chi si contenta della basilica piemontese: è stato soprattutto per volontà di Maria Gabriella, sorella di Vittorio Emanuele, che le spoglie dei due sovrani sono state riunite a Vicoforte. Vittorio Emanuele III è stato portato su suolo italiano a settant'anni dalla morte, due giorni dopo l'arrivo, da Montpellier, della regina Elena.

Un velivolo dell'Aeronautica militare ha prelevato la bara ad Alessandria d'Egitto, dove giaceva nella cattedrale di Santa Caterina e, dopo una tappa intermedia, ha fatto scalo all'aeroporto di Cuneo-Levaldigi. La bara è poi giunta al Santuario per una cerimonia descritta come "sobria e discreta": ai giornalisti, ai turisti e ai pellegrini le porte sono state aperte solo dopo due ore. A chiedere al Presidente della Repubblica di interessarsi per far rientrare in Italia le spoglie di Vittorio Emanuele III è stata la famiglia Savoia e Mattarella si è rivolto al Governo per il supporto necessario. Sarebbe stato altrimenti molto difficile, infatti, viene rilevato in ambienti del Quirinale, organizzare il trasferimento dall'Egitto all'Italia.

"Qualcuno dovrà spiegare a noi, alla Corte dei Conti e agli italiani per quale motivo sia stato usato un aereo dell'Aeronautica militare, un volo di Stato per riportare in Italia la salma di colui che non si oppose all' avvento della dittatura fascista, firmò la vergogna delle leggi razziali contro gli ebrei, portò il Paese al disastro della guerra al fianco dei nazisti e abbandonò vigliaccamente i suoi soldati fuggendo". Lo dice il capogruppo di SI ed esponente di "LeU" Giulio Marcon. "Governo e aeronautica spieghino per decenza questa scelta", conclude.

E per il presidente onorario dell'Anpi, Carlo Smuraglia, "portare la salma in Italia con solennità e volo di Stato è qualcosa che urta le coscienze di chi custodisce una memoria storica. Quella dei Savoia è una vicenda chiusa". Per il rettore del Santuario di Vicoforte, don Meo Bessone, il rimpatrio delle salme di Vittorio Emanuele III e di Elena di Savoia "può rappresentare dal punto di vista civile un'occasione di riconciliazione nazionale".

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