Stefania Giannuzzi non collaborerà più, nemmeno da consulente esterna, con la giunta Appendino.
"Proseguire, sia dal punto di vista professionale che personale, avrebbe poco senso", dice all'ANSA l'ex assessora all'Ambiente, che due settimane dopo l'addio a Palazzo di Città fa il bilancio dell'attività svolta, senza polemiche, ma con un pizzico di amarezza per la fine anticipata della sua esperienza.
"Mi sono proposta come assessore, mettendo da parte i miei obiettivi personali - racconta all'ANSA la Giannuzzi -, perché convinta che lavorare per la mia città fosse una priorità. E ho condiviso la scelta del Movimento 5 Stelle, e della sindaca Appendino, di avvalersi di assessori tecnici". Una impostazione venuta meno proprio con il suo addio, visto che ora al suo posto c'è l'ex capogruppo pentastellato Alberto Unia. "Ognuno di noi è sostituibile - dice al riguardo - ma è anche vero che non siamo intercambiabili...".
E' l'unica stoccata agli ex compagni di viaggio della Giannuzzi, che rivendica per sé "i progetti a lungo termine impostati" e "le relazioni intrecciate con città italiane e straniere su problematiche ambientali che non conoscono confini amministrativi e colori politici". C'è chi, tra i critici nei suoi confronti, ha scambiato il garbo per debolezza. "Io invece credo fermamente - sostiene al riguardo - che sia l'unico modo per connettersi con gli altri e avviare il cambiamento. Un peccato, davvero, che in politica alle volte l'agire con grazia, la gentilezza, vengano confuse col poco coraggio".
"Come esperienza, l'anno da assessore ne vale dieci - conclude la Giannuzzi -. Il futuro? Intendo continuare a tessere relazioni e sinergie con le persone che ho incontrato durante dentro e fuori le istituzioni, con le quali condividere non solo una visione, ma anche valori imprescindibili".
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