Da venerdì ha iniziato lo sciopero
della sede, oltre a quello della fame, Ahmadreza Djalali, il
medico iraniano di 45 anni che si trova nella cella di un
carcere di Teheran con l'accusa di essere una spia. E' quanto si
apprende a Novara, dove il dottore esperto in medicina dei
disastri ha vissuto e lavorato. E intanto prosegue la
mobilitazione internazionale per la sua liberazione.
La decisione di riprendere lo sciopero della fame, che aveva
interrotto, e di attuare anche quello della sete dopo che
Djalali si è di nuovo visto ricusare il suo avvocato e non ha
ottenuto la fissazione di una data certa per il processo.
"Siamo molto preoccupati per lui - afferma il professor
Francesco Della Corte, direttore del Crimedim di Novara per cui
il medico iraniano lavorava -, lo sciopero della sete ha
conseguenze molto pensanti sul fisico". "La situazione è
angosciate, è in pericolo di vita", aggiunge il collega e amico
Luca Ragazzoni.
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