Un museo a cielo aperto con 164
cappelle snocciolate sulle colline, a comporre 7 differenti
cammini d'ascesi, ognuno verso il proprio santuario, con 12 mila
figure affrescate e più di 2.400 statue dipinte in terracotta a
grandezza naturale del XVI-XVII secolo. E' il patrimonio dei
Sacri Monti piemontesi (Belmonte, Crea, Domodossola, Ghiffa,
Oropa, Orta, Varallo), sito Unesco dal 2003 (con i lombardi
Ossuccio e Varese) ancora poco noto ai grandi circuiti e da
sempre in lotta contro usura e intemperie. ''Tenerlo vivo è
un'impresa non dissimile da Pompei, ma con finanziamenti neanche
lontanamente paragonabili'', lancia l'appello la Presidente
dell'Ente di gestione Sacri Monti, Renata Lodari. Intanto è
partito il restauro alla Cappella della strage degli Innocenti
di Varallo: 400 mila euro finanziati dalla Fondazione Isabel und
Balz Baechi Stiftung di Zurigo, cui si aggiunge la Ernst
Goehner, per la scena del Vangelo di Matteo, voluta a fine '500
dal Vescovo Carlo Vascabè, collaboratore di San Carlo Borromeo.
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