E' prevista per domani, a Torino, la
sentenza del processo per la 'Rimborsopoli' dei consiglieri
regionali del Piemonte. La causa riguarda l'uso distorto dei
fondi destinati ai gruppi consiliari. La procura ha chiesto la
condanna di tutti i 25 imputati a pene che nel complesso
ammontano a circa sessantasei anni di reclusione.
Nel frattempo la Cassazione si è pronunciata sul caso
piemontese in un modo che potrebbe avere un peso sulla decisione
dei giudici. Si tratta dell'ordinanza di conferma del
patteggiamento di quattro indagati. Gli 'ermellini' hanno
confutato la tesi difensiva, secondo cui l'esistenza di un
"controllo politico esclusivo" sull'utilizzo dei fondi da parte
dei consiglieri costituisce una causa di non punibilità. Per la
Corte non esiste "una forma di immunità e/o di esclusione della
applicabilità della legge penale in favore dei parlamentari
regionali o nazionali". Resta dunque "il carattere di peculato
della appropriazione dei fondi pubblici e la giurisdizione del
giudice".
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