(di Luciano Clerico)
Gabriele Salvatores invita i
politici italiani a vedere il suo ultimo film, Italy in a Day,
nato dai video inviati al regista da quasi 45 mila italiani. Lo
fa non tanto perché il film sia "suo", anzi ("in questo caso di
'mio' non c'è neanche un frame"), quanto perché il film "lo
hanno fatto gli italiani. Può essere un'occasione utile per una
riflessione sull'Italia di oggi".
In questi termini il regista premio Oscar ha presentato oggi
al Prix Italia a Torino il film già proiettato fuori concorso
al Festival di Venezia. Insieme alla presidente della Rai, Anna
Maria Tarantola, al direttore di Rai Tre, Andrea Viannello e
all'ad di Rai Cinema Paolo Del Brocco, Salvatores è tornato a
parlare dopo Venezia di Italy in a Day "perché è il tentativo di
fare cinema utilizzando il linguaggio nuovo che i mezzi di
comunicazione oggi consentono. Questo è un film esclusivamente
di montaggio, non altro. Le immagini, tutte le immagini, le
hanno girate gli italiani, che sono i veri protagonisti del
film. E' un film sulla gente girato dalla gente".
Italy in a Day è nato dei video inviati a Salvatores da quasi
45mila italiani. La Indiana Production di Lorenzo Gangarossa li
ha selezionati ad uno a uno. Poi, insieme alla Rai, ha chiesto a
Salvatores di trasformarli in un film. Che a Venezia, seppur
fuori concorso, è stato accolto come un capolavoro.
"Assolutamente sì - ha detto il direttore del Festival di
Venezia, Alberto Barbera -, per noi averlo a Venezia è stato un
privilegio". "E' un esempio - hanno aggiunto Tarantola, Vianello
e Del Brocco- di come sia possibile oggi offrire, nel segno
dell'innovazione, grande cinema e nello stesso tempo fare del
buon servizio pubblico".
Raitre trasmetterà Italy in a Day in prima serata il 27
settembre, e il film sarà "lanciato" dallo stesso Salvatores
ospite a Che Tempo che fa di Fabio Fazio. "A Venezia, quando lo
abbiamo visto per la prima volta, ho contato 13 minuti
ininterrotti di applausi" ha detto Vianello.
Salvatores si è limitato a osservare che, nel tempo dei
'selfi' e del web, quando le immagini si sostituiscono alle
parole, solo il linguaggio cinematografico ha la capacità di
interpretare ed esprimere la complessità dell'oggi. "Io credo
che il cinema possa ritrovare quella funzione sociale che altri
mezzi di comunicazione non hanno più. E in questo ritrovare la
sua funzione più profonda, che aveva un po' perso. Per questo mi
farebbe piacere che i politici lo vedessero. Il film racconta la
vita della gente. Tante vite. Noi non abbiamo fatto altro che
prenderle e cucirle insieme".
"Vedrete, vi sorprenderà - ha concluso la presidente
Tarantola -. Perché quella che emerge non è un'Italia ripiegata
su stessa, che protesta, che soffre. Al contrario è l'immagine
di un'Italia che ha coraggio e voglia di vivere. Siamo un Paese
pieno di problemi, ma che ha grandi capacità di reazione, e
questo ne è la prova".
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