"Poiché una buona parte del mondo
cattolico continua a ripetere come un mantra che 'un figlio è un
dono, non un diritto', voglio ricordare a Cesare Nosiglia che
anche l'eterologa è un dono e che una gravidanza può essere
considerato un diritto. E aggiungo che, come un dono può essere
rifiutato, un diritto non è un obbligo": in questi termini il
consigliere comunale Silvio Viale (Radicali), commenta le parole
dell'arcivescovo di Torino, Cesare Nosiglia, sulla fecondazione
eterologa.
"Io non chiedo a Nosiglia di cambiare la sua posizione
contraria alla eterologa - sostiene Viale -, ma di non
banalizzare le posizioni favorevoli. Come la sterilità non può
essere una condanna, anche il desiderio di una donna di avere
una gravidanza non può essere considerato un capriccio".
Secondo il ginecologo Viale, "amplificare il rischio di
'problemi psicologici', come se una donna desiderosa di una
gravidanza non soffrisse già, è profondamente sbagliato. Spesso
le donne che si rivolgono all'eterologa come ultima chance hanno
un curriculum di inseminazioni e fecondazioni in vitro omologhe
fallite. Invito l'Arcivescovo a riflettere sul fatto che,
proprio nella sua Diocesi, sono già centinaia i figli di
gravidanze eterologhe concepite all'estero, senza particolari
problemi psicologici, come evidenzia tutta la letteratura
scientifica. Del resto, i rischi psicologici, quelli di
depressione prima e dopo il parto, riguardano tutte le
gravidanze".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA