Di Alessio Jacona*
New Hampshire, terzo weekend di gennaio. Mancano poche ore alle primarie per le elezioni presidenziali del 2024, e in un numero imprecisato di case (qualcuno dice meno di 5mila) inizia a squillare il telefono. Sembra una normale robocall, una chiamata automatica per trasmettere un messaggio registrato, ma invece è un deepfake: in essa, infatti, si sente la voce clonata del presidente USA Joe Biden che invita gli elettori democratici a non andare a votare. «È importante che conserviate il vostro voto per le elezioni di novembre», afferma la voce incredibilmente simile a quella presidente. Poi aggiunge: «Il voto di questo martedì non fa altro che favorire i Repubblicani nel loro tentativo di eleggere nuovamente Donald Trump. Il vostro voto farà la differenza a novembre, non questo martedì». Sebbene la circolazione dei deepfake durante le elezioni inizi ormai a essere un problema tristemente noto, questa è forse la prima volta che qualcuno prova a utilizzare contemporaneamente la clonazione della voce con l’intelligenza artificiale assieme alla tecnologia vecchia - ma proprio per questo familiare e pervasiva - delle robocall. A rendere più credibile la frode c’era poi anche il fatto che - come riporta NBC - la chiamata terminava fornendo il numero di telefono di Kathy Sullivan, ex presidente del partito democratico del New Hampshire e leader di un comitato a sostegno della rielezione del presidente Biden, come referente da chiamare per chiedere di essere esclusi da future chiamate. Un fatto preoccupante anche perché sembra essere soprattutto un test, una prova generale in preparazione a campagne di disinformazione più sofisticate e potenzialmente efficaci, ancora da venire. Quanto accaduto in New Hampshire sta destando molta preoccupazione sia negli Stati Uniti, sia nel resto del mondo: come ricorda il settimanale The Economist, nel 2024 si voterà in 76 paesi e sarà chiamato alle urne circa il 51% della popolazione mondiale. Si voterà in paesi come gli Stati Uniti e la Russia, ma anche in Brasile, Messico, Pakistan, Indonesia, e sicuramente si voterà in Europa, con 400 milioni di elettori in 27 paesi chiamati a rinnovare il parlamento europeo. Sarà il “più grande anno elettorale della della storia”, e su di esso pende la pesante spada di Damocle dei deep fake. Deep fake che oggi sono molto più facili da creare grazie al diffondersi di servizi basati su intelligenza artificiale generativa, e che potenzialmente possono essere utilizzati ovunque per manipolare e ingannare gli elettori.
*Giornalista, esperto di innovazione e curatore dell’Osservatorio Intelligenza Artificiale ANSA.it
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