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Venerdì Santo, a Isernia penitenti scalzi e incappucciati

Venerdì Santo, a Isernia penitenti scalzi e incappucciati

ISERNIA, 30 marzo 2024, 15:29

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

La suggestione delle ombre della sera, la luce fioca delle candele e i canti struggenti del coro hanno fermato il tempo a Isernia, come per un incantesimo al contempo sacro e profano, durante il passaggio della processione del Venerdì Santo con il Cristo Morto, la Madonna Addolorata e i penitenti, incappucciati e scalzi. Un rito antichissimo tenuto in vita dalle Confraternite della città, distinte dal colore delle mantelline indossate anche da tanti bambini. Fedeli e laici hanno affollato le strade del percorso attendendo il passaggio della processione in assoluto silenzio. La preparazione inizia settimane prima ed entra nella fase più viva il pomeriggio del Venerdì Santo, quando i fedeli si preparano, nella Chiesa di Santa Chiara, a indossare una tunica e un cappuccio bianchi per coprire il volto, si dispongono in due lunghe file e attraversano la città con la Croce del Calvario e una corona di spine sulla testa. Altri incappucciati si uniscono durante il percorso.
    Il rito termina, a tarda sera, davanti alla Cattedrale con la benedizione impartita ai fedeli dal vescovo Camillo Cibotti.
   
   

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