Un'analisi sulla situazione
degli ospedali di Campobasso e Termoli, dalla quale sono emerse
diverse criticità, è stata fatta attraverso una serie di
incontri che il neo presidente dell'Ordine dei medici di
Campobasso, Giuseppe De Gregorio, ha avuto con i direttori
responsabili e facenti funzioni delle Unità operative d'area
medica, chirurgica e servizi dei due nosocomi. La prima
preoccupazione, spiega De Gregorio, riguarda "la grave carenza
degli organici che rischia di compromettere l'efficienza e
l'efficacia delle prestazioni assicurate, in un periodo di grave
emergenza". L'ospedale di Campobasso, "che rimane l'Hub di
riferimento regionale per le patologie tempo-dipendenti, non ha
un organico idoneo di specialisti e infermieri per soddisfare la
richiesta di prestazioni proveniente dal territorio. In
particolare - osserva - la cronica carenza di anestesisti
compromette ogni giorno la realizzazione del programma
chirurgico e lo smaltimento delle liste di attesa che hanno
subìto un ulteriore allungamento: i pochi specialisti tuttora in
servizio sono occupati pressoché esclusivamente nell'assistenza
dei pazienti Covid e in interventi di sola emergenza".
Inoltre, la riorganizzazione dei posti letto per accogliere i
pazienti affetti da Covid, "ha determinato una loro riduzione
soprattutto nei reparti chirurgici, con conseguente
impossibilità di ricovero per interventi elettivi e drastica
riduzione dell'attività diagnostica e terapeutica per pazienti
non affetti da Covid, il tutto aggravato dalla mancata
autorizzazione a eseguire la diagnostica sierologica Sars-Cov2
al di fuori del laboratorio del Cardarelli". Altro aspetto
riguarda "l'impossibilità di garantire prestazioni in tempi
accettabili" che ha comportato "l'incremento della migrazione
sanitaria 'chirurgica' verso strutture fuori regione, con un
calo senza precedenti degli interventi di elezione tra il 60 e
l'80%".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA