"L'area dell'epicentro degli
eventi sismici della scorsa settimana è altamente vulnerabile,
al punto tale da poter subire gravi danni anche con eventi di
magnitudo contenuta. Ciò si unisce alle parole del Capo della
Protezione civile, Angelo Borrelli, che non ha escluso la
possibilità di ulteriori scosse di intensità maggiore,
successive a quella di magnitudo 5.1 avvenuta il 16 agosto nel
basso Molise". Lo afferma Domenico Angelone, ex presidente
dell'Ordine dei Geologi del Molise, secondo il quale "è
necessario affrontare il problema della prevenzione sotto
aspetti avulsi da quelli dell'emergenza, passando per un'oculata
pianificazione sia territoriale che di professionalità, dal
momento che in Italia i geologi presenti nelle piante organiche
di regioni, province e comuni sono pressoché assenti".
Sull'argomento interviene anche Giancarlo De Lisio,
presidente dell'Ordine dei Geologi del Molise, che ricorda come
"nella scorsa legislatura siano stati soppressi i servizi
geologico e sismico della Regione, trasferendo competenze ad
altri settori dove non sono presenti geologi". "In Regione -
prosegue - sono solo tre i geologi presenti nella pianta
organica, oltre a una sola unità per la Provincia di Campobasso,
in una regione dove il rischio sismico è elevato e il 100% dei
comuni è esposto al dissesto idrogeologico. Con l'arrivo delle
piogge autunnali e invernali al problema viabilità, oggi
particolarmente sentito per l'interessamento del ponte
'Liscione' dal sisma di pochi giorni fa e dello stesso corpo
diga, si aggiungerà il problema stabilità dei versanti e
relativi fenomeni franosi ad esso connessi".
"Non ci si spiega, inoltre - conclude - come il rilascio del
permesso di costruire, disciplinato da norme tecniche di
attuazione dei piani regolatori e programmi di fabbricazione,
ancora non sia vincolato a studi geologici, che vengono
acquisiti pressoché ovunque solo dopo il rilascio delle relative
autorizzazioni e al solo fine del deposito sismico".
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