"54 anni per fare un passo
indietro". È una lettura critica della nuova legge elettorale
quella dei consiglieri regionali del M5S, Antonio Federico e
Patrizia Manzo. Per loro, dunque, l'Assemblea di Palazzo D'Aimmo
"ha deciso di utilizzare il voto dei molisani a proprio uso e
consumo", attraverso regole ad hoc "per tentare di mantenere la
poltrona".
I Cinquestelle hanno votato contro l'approvazione della
norma. "Discutere e approvare una legge elettorale a poche
settimane dalla fine della legislatura - spiegano Federico e
Manzo - è uno sgarbo alla democrazia a conferma che la
maggioranza spesso lavora solo per salvaguardare le proprie
posizioni privilegiate. Non solo: discutere e varare il progetto
a poche settimane dal voto ha impedito ai cittadini di
raccogliere le firme per proporre un referendum abrogativo con
cui esprimere il proprio dissenso alla legge elettorale. Ma la
giornata di oggi - aggiungono - sarà ricordata anche per la
messinscena del governatore Paolo di Laura Frattura che in
apertura di seduta ha chiesto furbescamente di rinviare la
discussione solo per tentare di acquietare la base del Pd che
premeva per le tre circoscrizioni. Il progetto elettorale appena
varato dal Consiglio regionale non ci piace anche perché -
spiegano - promuove le grandi ammucchiate, le coalizioni per
convenienza e non per convinzione, perché promuove il collegio
unico negando la giusta rappresentatività a tanti territori,
provincia di Isernia in primis. La nostra proposta invece
puntava sui due collegi, Campobasso e Isernia, scoraggiava i
partiti unipersonali frenando al contempo l'elezione dei
capibastone all'interno delle coalizioni, responsabilizzava i
cittadini tramite il voto congiunto, limitava a due mandati
consecutivi l'eleggibilità del governatore ed eliminava il
diritto al seggio automatico per il candidato presidente
arrivato secondo".
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