"C'è una tale follia
nell'attribuire rapidamente l'appartenenza ad un fronte o
all'altro e ad aggredire violentemente, in senso verbale, chi
appartiene al fronte opposto, che io mi spavento". Così il
musicista premio oscar Nicola Piovani all'ANSA parla del
referendum sulle riforme. "Per questo - spiega - io mi avvalgo
dell'articolo della Costituzione che dice che il voto è libero e
segreto, perché ora dichiarare un voto non significa dichiarare
una posizione dialettica su cui discutere, ma significa
dichiarare una appartenenza ai Guelfi o ai Ghibellini". Dal
referendum il musicista, a Campobasso per mettere in scena il
suo spettacolo "La musica è pericolosa", allarga il discorso
anche alle polemiche di queste ore nate attorno al Nobel
assegnato a Bob Dylan e attorno alla scomparsa di Dario Fo.
"Tra il pro e il contro - dice - io mi dichiaro contrario agli
schieramenti. Secondo me l'equivoco velenoso e satanico sta
nella parola 'fronte'; io questa parola lo lascerei alle
trincee, alla guerra".
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