Nella sua settimana a Expo il
Molise non porta solo la sua identità legata al cibo, radicata
nella sua tradizione millenaria e nello stesso tempo orientata a
un futuro di innovazione. Porta anche il segreti racchiusi nelle
sue "pietre parlanti", quelle della chiesa di San Giorgio di
Petrella Tifernina. Ad essa l'architetto e studioso Franco
Valente ha dedicato una ricerca tanto minuziosa quanto
appassionata, e l'ha tradotta in un libro che - a trattati - ha
il fascino della favola. Quella, per esempio, che racconta di
Giona inghiottito dalla balena. Quella di San Giorgio che uccide
il drago. Quella, più sconosciuta, che la basilica custodisce e
a suoi modo rappresenta: l'incontro delle due leggende, quella
di Giona e quella di san Giorgio.
La narrazione di Valente ha il tempo delle fiabe orali. Ma il
racconto non è una favola, è cronaca, testimonianza. Quella che
all'attento osservatore lasciano le "pietre parlanti". Sul
portale principale della chiesa, per esempio, le pietre
raccontano di "Ionas". Valente "traduce" il loro racconto in
termini tanto accurati dal punto di vista storiografico quanto
divulgativi dal punto di vista letterario.
Ne deriva un libro di "segreti svelati" utile tanto agli
studiosi quanto ai non addetti ai lavori, che accompagna il
lettore dentro al fascino di una storia antica, quella di San
Giorgio di Petrella, che si intreccia con la storia Longobarda e
Normanna di tutto il Meridione. Da un lato l'accuratezza estrema
dell'indagine storica; dall'altro la competenza
dell'architetto-studioso. Il tutto amalgamato in un impasto
letterario di immediata chiarezza. "In nome del Molise, mia
terra amatissima" spiega l'autore. Che riesce appunto a dare nel
suo libro la parola alle "pietre". Le pietre parlanti sono i
bassorilievi, le sculture, le facciate, il "bestiario medievale"
che accompagna tanta architettura storica di quel
periodo.
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