In
Italia 27.920 scuole sono in aree a elevato rischio sismico, il
50% non ha certificato di agibilità e molte sono state costruite
prima del 1974, anno delle prime norme antisismiche. Buona parte
degli edifici è stata costruita prima del 1900 e molti stabili
avevano destinazione diversa. I dati del Consiglio Nazionale dei
Geologi sono stati resi noti da Michele Orifici, coordinatore
della Commissione Protezione Civile del Consiglio nazionale
Geologi (Cng), a San Giuliano di Puglia, paese simbolo del
terremoto in Molise dove il 31 ottobre 2002, nel crollo della
scuola elementare Jovine, morirono 27 bambini e una maestra.
Nel 12/o anniversario della morte dei piccoli alunni Orifici
ha tenuto un incontro pubblico per divulgare i dati sulla
sicurezza delle scuole in Italia. "Oggi proprio dalla scuola
'Francesco Jovine' lanciamo un progetto didattico su scala
nazionale - ha proseguito Orifici - aperto a tutte le scuole
primarie e secondarie di Primo grado con cui divulgheremo nelle
aule la conoscenza dei rischi naturali".
Delle oltre 27mila scuole non a norma 4.856 si trovano in
Sicilia, 4.608 in Campania, 3.130 in Calabria, 2.864 in Toscana,
2.521 nel Lazio. Per adeguare o migliorare il patrimonio
edilizio scolastico occorrerebbero circa 50 miliardi e 25 anni
di lavori, ha rilevato il consigliere nazionale dei geologi
Pierfederico De Pari. A San Giuliano di Puglia la ricostruzione
è costata 240 milioni di euro, ha ricordato il sindaco, Luigi
Barbieri.
Alla conferenza stampa a San Giuliano presente Pia Antignani,
ora poco più che ventenne, sopravvissuta al terremoto del 2002.
Pia rimase molte ore sotto alle macerie della scuola Jovine.
Accanto a lei oggi Sergio Bianchi, papà di uno degli studenti
morti all'Aquila nel 2009 e presidente dell'Associazione Vittime
Universitarie del sisma, promotrice del Premio di Laurea Avus.
Proprio dai genitori delle giovani vittime aquilane è nata
l'idea del progetto-concorso.
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