"Dopo la mobilitazione
di noi sindaci c'è stato questo passo indietro e ne prendiamo
atto, pur se lo consideriamo un atto dovuto. Ma in ogni caso non
basta, perché Comuni come Arquata del Tronto, Accumoli e
Amatrice restano penalizzati dai finanziamenti". Così il sindaco
di Arquata del Tronto (Ascoli Piceno) commenta la retromarcia
del governo sullo stop al superbonus annunciata ieri sera dal
sottosegretario Albano, dal presidente della Regione Marche
Acquaroli e dal commissario alla ricostruzione Castelli.
"A noi sembrava strano quello che era stato deciso
inizialmente perché era qualcosa di dovuto, tenuto conto che
nelle aree interne abbiamo difficoltà a rientrare nel
Superbonus. Lo accogliamo con favore ma - puntualizza Franchi -
purtroppo non basta. Da quello che emerge fuori dal testo
bollinato che verrà oggi redatto al Mef, è che ci sono risorse
per 400 milioni di euro, di cui 70 milioni andranno al terremoto
dell'Aquila del 2009 e 330 milioni a tutti i comuni del cratere
del terremoto 2016. Soprattutto - prosegue il sindaco di Arquata
- sono fondi che vanno a scadere nel 2024 e la scadenza del
Superbonus resta al 2025".
"Questo - afferma Franchi - rappresenta un taglio rispetto
alle risorse che erano state stanziate prima e, non me ne
vogliano gli altri comuni, ma si rischia che i territori più
colpiti dal terremoto come Accumoli, Amatrice e Arquata appunto,
restino indietro visto che le risorse non sono tantissime e sono
state tagliate coi tempi che sono stati invece accorciati".
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