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Turni massacranti nei campi, due arresti per caporalato

Turni massacranti nei campi, due arresti per caporalato

Indagine nel Maceratese, altre due persone denunciate in libertà

MACERATA, 26 marzo 2024, 21:11

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

Mancata retribuzione di lavoratori impiegati presso terzi, o pagamento di somme irrisorie, al di sotto degli standard lavorativi; violazione delle norme in materia di sicurezza, assenza di sorveglianza sanitaria; turni di lavoro anche di 12 ore dall'alba al tardo pomeriggio e senza alcune maggiorazione; ma anche forme di sorveglianza e condizioni di lavoro degradanti con controllo costante della quantità di prodotti agricoli raccolti dalle singole squadre. Sono alcune delle violazioni accertate nell'ambito di un'indagine culminata nel Maceratese nell'esecuzione degli arresti domiciliari di due persone, di origine pakistana e marocchina, per le accuse di caporalato e sfruttamento del lavoro in agricoltura.
    Altri due italiani, di origine pakistana e algerina, sono stati denunciati per concorso in caporalato e riciclaggio.
    Ad eseguite l'ordinanza cautelare sono stati i Carabinieri del Nucleo ispettorato del lavoro di Macerata, con l'ausilio dei militari delle stazioni di Montecosaro e Caldarola, coordinati dalla Procura di Macerata. Le indagini erano state avviate a settembre 2023 dopo segnalazioni e denunce. Le verifiche avrebbero portato a circoscrivere gli addebiti nei confronti di quattro indagati: tra questi ultimi, per gli inquirenti, avrebbe avuto un ruolo di primo piano un pakistano arrestato e che si trovava già ai domiciliari. Per garantirsi una continuità nello sfruttamento dei lavoratori, si sarebbe avvalso di una società, in parte riconducibile a se, ma intestata ad una donna destinataria dell'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per l'accusa di sfruttamento del lavoro e riciclaggio. I lavoratori, originari di Paesi extra-Ue, venivano reclutati anche presso i centri di accoglienza, e utilizzati nelle campagne della provincia di Macerata e province limitrofe.
    I Carabinieri hanno riscontrato che, quotidianamente gli indagati impiegavano squadre di operai e li conducevano nelle campagne. Il caporale poteva contare su una continua e sistematica richiesta di manodopera da parte di aziende committenti fidelizzate, e reclutava in prestabiliti punti di raccolta, situati nel Maceratese, i lavoratori stranieri, per lo più di nazionalità bangladese e pakistana, i quali venivano trasportati sui luoghi di lavoro con dei furgoni. Durante le indagini sarebbero emersi gravi indizi di colpevolezza a carico dei presunti sfruttatori che avrebbero esercitato un potere intimidatorio e di ricatto, e disposto ogni giorno di stranieri impiegati in maniera irregolare presso le aziende agricole del territorio.
    Le somme spettanti alla ditta riconducibile al principale indagato, già sequestrata, sarebbero state reimpiegate in un'altra società gestita di fatto dal principale indagato; è stato ravvisato anche il reato di riciclaggio ed è stato disposto il sequestro preventivo di due aziende, di cinque veicoli aziendali e oltre 70mila euro, e la nomina di un amministratore giudiziario. Il valore dei sequestri ammonta a 150mila euro.
   

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