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Ucraina: Alina,16 anni, per me niente divisa, voglio solo pace

Ucraina: Alina,16 anni, per me niente divisa, voglio solo pace

Figlia di militari rimasti a combattere, in Italia con amici

TREIA, 16 marzo 2022, 17:01

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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   "Dopo questa guerra non voglio più saperne nulla della scuola militare e spero che anche mamma e papà un giorno possano lasciare l'Esercito. Voglio solo pace": a dirlo all'ANSA è Alina (il nome è di fantasia), una ragazza di appena 16 anni con una ciocca di capelli bionda e gli occhi pieni di lacrime che, dopo essere scappata dall'Ucraina, ha trovato rifugio a Treia, nelle Marche.
    I suoi genitori sono militari e stanno combattendo contro i russi, la mamma l'ha affidata a un'amica in fuga con i suoi due figli gemelli e le ha detto: "Portala via con te, salva mia figlia". "Con mamma riusciamo a sentirci tutti i giorni - racconta la ragazza -. Papà invece sta combattendo in un posto dove le linee internet spesso non funzionano e sono alcuni giorni che non lo sento". Sembra più grande dell'età che ha, ma nei suoi occhi si legge tutto il dolore che sta vivendo.
    "Studiavo psicologia alla scuola militare - racconta ancora - Da grande voglio ancora fare la psicologa, ma niente divisa".
    A Treia, un piccolo borgo del Maceratese, da alcuni giorni Alina, assieme agli altri due ragazzi fuggiti con lei, sta frequentando l'Istituto Commerciale. Un modo per cercare di integrarsi con la realtà locale, più che per maturare un percorso di studi. Anche perché Alina sogna di tornare quanto prima a Kiev, dove ha lasciato anche il suo ragazzo, Maxim, di due anni più grande di lei: "Quando sarà tutto finito - dice la giovane - tornerò in Ucraina e lo andrò a cercare per abbracciarlo".
    Le lacrime le solcano il viso, il pensiero è fisso ai suoi genitori e a tutto ciò che ha dovuto lasciare. E quando le si chiede come immagina il suo futuro, fa fatica a rispondere: "Sicuramente in Ucraina, ma chissà quando". "Anche perché non sappiamo nemmeno se troveremo ancora le nostre case", intervengono a bassa voce gli altri due giovani arrivati a Treia con lei.
   

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