I dati sull'inquinamento hanno
appurato la crescente presenza di rifiuti nel mare, in
particolare plastica, ma si sono limitati all'analisi della sola
superficie acquea. Domani la spedizione di Greenpeace
'Difendiamo il mare', realizzata in collaborazione con i
ricercatori delle Università Politecnica delle Marche e di
Genova, e del Cnr di Genova, partirà da Ancona con la barca a
vela Banboo della Fondazione Exodus di don Mazzi, per
monitorare, con nuovi strumenti tecnologici, la presenza di
plastiche e microplastiche in Adriatico fino a 30 metri di
profondità e negli organismi marini d'interesse commerciale.
L'iniziativa, presentata oggi dal rettore della Politecnica Gian
Luca Gregori, con il responsabile Greenpeace della campagna
Giuseppe Ungherese e le ricercatrici di Univpm Stefania Gorbi e
di Ias-Cnr Francesca Garaventa, durerà tre settimane. Dopo aver
monitorato le acque del Conero, proseguirà a sud per acquisire
dati nelle aree marine protette di Torre del Cerrano, delle
Isole Tremiti e di Torre Guaceto, e in quelle più contaminate
della foce del fiume Pescara, fino al polo petrolchimico di
Brindisi, per concludersi a Bari. Servirà, secondo Ungherese, "a
svelare il lato nascosto dell'industria dei combustibili
fossili, causa non solo dell'emergenza climatica che danneggia
la biodiversità marina, ma anche dell'incremento di plastiche".
La plastica che vediamo in mare, è stato detto, "è solo la punta
dell'iceberg, perché il 95% si diluisce in particelle
microscopiche, ingerite dagli organismi marini, in grado
d'indurre effetti subdoli e spesso difficili da diagnosticare".
L'annuncio della spedizione è giunto al termine del convegno
scientifico organizzato da Univpm 'Moby Litter un anno dopo:
impatti, minacce ed opportunità per un mare in pericolo'. I dati
del Mare Adriatico hanno individuato sulla costa fino a 590
oggetti per 100 metri di spiaggia, mentre per i rifiuti
galleggianti si parla di più di 52 oggetti per kmq. "Ma a fianco
dell'analisi - ha concluso Gregori - che dovrà fornire
informazioni chiave ad enti pubblici e aziende, occorre
intervenire sulla progettazione della componentistica e sull'uso
delle materie prime".
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