Protesta silenziosa davanti al
tribunale di Pesaro da parte di Francesco Miccoli, 64 anni di
Taranto, ex artigiano, con distribuzione di volantini, aiutato
da un giovane senegalese. Miccoli è il padre di Lorenzo,
militare morto a 20 anni Pesaro il 2 marzo del 1995 per leucemia
acuta nel reparto di Ematologia dell'ospedale pesarese diretto
allora dal prof. Guido Lucarelli. Il certificato medico parlò di
spappolamento del fegato con transaminasi arrivate a 25mila
quando il valore medio è di 40. A 24 anni dalla morte del figlio
e dopo sei archiviazioni dell'indagine, Francesco non si
arrende, vuole far riaprire il caso e presentare una nuova
istanza perché venga riesumata la salma e si accerti che Lorenzo
è morto per aver avuto una dose massiccia di medicinali che lo
hanno ucciso. Accusa i vertici ospedalieri del tempo e chiede di
accertare la negligenza e imperizia dello staff medico che curò
suo figlio. "Non mi arrenderò mai", ha ribadito Miccoli, pronto
anche a intraprendere una causa civile.
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