Si è conclusa con la confessione di un
tecnico, che ha ammesso di aver sottratto del denaro per far
fronte a debiti di gioco, l'operazione 'Remote Atm', condotta
dalla Polizia postale di Ancona e coordinata dal pm Ruggiero
Dicuonzo, su una serie di ammanchi di denaro emersi, nel corso
degli anni 2012-2014, ai danni di bancomat di alcune banche. La
polizia aveva avviato indagini analizzando il disco rigido di
uno sportello Atm, riscontrando la presenza di tracce relative
ad accessi da remoto. L'indirizzo Ip utilizzato dalla postazione
remota era un indirizzo di classe privata appartenente alla rete
gestita dalla società che eroga i servizi informatici agli
istituti bancari. Gli investigatori sono così risaliti a uno dei
due tecnici che curano la manutenzione degli Atm per conto di
una delle società. I successivi accertamenti hanno permesso di
appurare che il tecnico aveva predisposto un pc collegato
tramite TeamViewer al pc attestato sulla stessa rete degli Atm e
così poteva effettuare le operazioni.
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