Due cittadini risiedono
a Cerreto d'Esi (Ancona), uno dei 131 comuni inseriti nel
cratere del terremoto, e hanno entrambi la casa distrutta: uno
ha comunque diritto alla 'busta pesante' perché lavora in
un'azienda di Cerreto, l'altro invece no. Lavora a 12 km di
distanza, in un'azienda di Fabriano, anche questo comune del
cratere, ma avrebbe diritto alla 'busta' solo se la sua fabbrica
fosse stata danneggiata dal sisma. E' ''l'ingiustizia'' che l'ex
sindaco di Fabriano Roberto Sorci ha segnalato in una lettera
indirizzata al presidente della Repubblica Sergio Mattarella,
contestando le modifiche introdotte alla legge del 15 dicembre
2016 n. 299 sugli interventi urgenti in favore delle popolazioni
colpite dal sisma del 2016 in Marche, Umbria, Lazio e Abruzzo.
''Qualche manina incosciente - scrive Sorci, che era sindaco
all'epoca del terremoto del 1997 e conosce la materia - ha
trasferito al sostituto d'imposta il concetto di residenza del
danno''. Un ''salto logico - sostiene - che tradisce lo spirito
solidaristico del decreto: è il cittadino che ha subito il
danno, non il luogo in cui lavora''.
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