"Ciò che la sentenza non racconta è
che Chinyere, compagna di Emmanuel, oggi ha rinunciato a ogni
azione risarcitoria nei confronti di Mancini, a fronte del
pagamento dell'unica somma di 5.000 euro richiesta per il
rimpatrio in Nigeria della salma di Emmanuel, essendo l'unico
desiderio espresso dalla parte offesa". Così l'avv. Letizia
Astorri commenta la sentenza a carico di Amedeo Mancini, che ha
patteggiato la pena di 4 anni, per la morte del migrante
nigeriano Emmanuel Chidi Nnamdi.
"Dopo un lungo processo mediatico, tante rivendicazioni
sull'esistenza di una scriminante per legittima difesa, tante
ricostruzioni prive di riscontro, super testimoni che hanno
raccontato fatti e circostanze oramai smentite, l'unica e sola
verità rimasta - afferma il legale - è quella raccontata dalla
sentenza di patteggiamento. Tutto, quindi, superato da questo:
anche i 20 testimoni, che si sono dimostrati assolutamente
ininfluenti per la tesi della legittima difesa, ma sicuramente
importanti per confermare la futilità dei motivi, purtroppo di
stampo razziale, così come aveva già rilevato lo stesso
Tribunale del Riesame di Ancona nell'ordinanza del 5 agosto
2016, in sede di misura cautelare, circa le contraddizioni delle
due super testimoni, dando credibilità solo alla seconda".
"Tanto clamore per nulla, qualcuno direbbe, visto che oggi -
seguita l'avv. Astorri - c'è un colpevole che si professava
innocente e una parte offesa, che tale è sempre stata, che in
Italia è venuta senza niente e che di certo non si è voluta
approfittare della situazione, volendo unicamente dar pace alla
salma del compagno morto in quel maledetto 5 luglio 2016. Con
questa condanna, quindi, si spera solo che chi ha sbagliato
impari a rispettare il prossimo, chiunque esso sia, che Fermo
ritorni ad avere l'immagine di città ospitale, solidale e
accogliente che ha sempre avuto e che ora Emmanuel possa
finalmente riposare in pace".
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