L'inchiesta della Procura di
Ascoli Piceno sulle conseguenze del terremoto del 24 agosto sta
riguardando non solo l'edilizia pubblica, come l'ospedale di
Amandola gravemente danneggiato, ma anche quella privata. In
questi giorni i Carabinieri stanno vagliando i lavori effettuati
in alcune abitazioni, con particolare attenzione per quelle dove
sono morte persone come nel caso di Pescara del Tronto, dove si
contano decine di vittime. Ma nel mirino non ci sono solo lavori
eventualmente svolti sfruttando i contributi del terremoto del
'97 di Marche e Umbria, che prevedevano obbligatoriamente il
ricorso a norme antisismiche; magistratura e carabinieri
vogliono anche verificare se lavori di ristrutturazioni in
abitazioni private sono stati fatti a regola d'arte e se le
relative autorizzazioni sono state rilasciate con cognizione di
causa. Molte abitazioni, per esempio, sono crollate sotto il
peso di tetti in cemento armato, poggiati su immobili molto
vecchi e costruiti in pietra, amplificando quindi gli effetti,
comunque già devastanti, del scossa delle 3:36 del 24 agosto. In
questo mese trascorso dal sisma, il pm Umberto Monti ha indagato
in base all'apertura di un fascicolo mod. 45 (notizie non
costituenti reato) per quello che è fin qui stato un lavoro
esplorativo, al termine del quale il magistrato deciderà su
quali casi concentrare l'inchiesta, trasformando
conseguentemente il fascicolo.
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