Un messaggio straziante, appoggiato
sulla piccola bara, a testimoniare il dolore di un soccorritore
che pur mettendocela tutta non è riuscito ad arrivare in tempo e
a salvare la vita di una bambina.
"Ciao piccola, ho solo dato una mano a tirarti fuori da
quella prigione di macerie. Scusa se siamo arrivati tardi,
purtroppo avevi già smesso di respirare, ma voglio che tu sappia
da lassù che abbiamo fatto tutto il possibile per tirarvi fuori
da lì": inizia così la commovente lettera firmata da Andrea,
probabilmente un vigile del fuoco e lasciata sulla bara di
Giulia, la bambina di 11 anni morta sotto le macerie a Pescara
del Tronto. "Quando tornerò a casa mia a L'Aquila saprò che c'è
un angelo che mi guarda dal cielo e di notte sarai una stella
luminosa. Ciao Giulia, anche se non mi hai conosciuto ti voglio
bene" conclude la lettera.
Ieri la mamma di Giulia e Giorgia è andata, in barella, a
salutare la figlia deceduta, la cui piccola bara bianca si
trovava nella palestra comunale dove oggi si sono svolti i
funerali.
Una vicenda dilaniante, una delle più emblematiche di questo
terremoto del 24 agosto 2016, quella del ritrovamento sotto le
macerie della piccola, ormai senza vita, seguito dal salvataggio
di sua sorella Giorgia, di 4 anni, estratta viva 16 ore dopo il
sisma e, sembra, protetta nel crollo proprio dal corpo di
Giulia.
Oggi ad Ascoli Piceno, ai funerali delle vittime del versante
marchigiano del terremoto, nel corso dell'omelia il vescovo ha
ricordato le due sorelline: "La più grande Giulia purtroppo
morta, ma ritrovata in una posizione protettiva su Giorgia, una
bimbetta di scarsi cinque anni - ha detto - che sembrava
spaesata con la bocca piena di macerie. Morte e vita erano
abbracciate, ma ha vinto la vita: Giorgia. Anzi, dalla morte è
rinata la vita perché chi esce dal terremoto è come se nascesse
di nuovo".
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