La famiglia deve essere rispettata
"nelle sue esigenze, e nella sua formazione. Perché quella che
oggi, inutile nascondercelo, costituisce ancora l'anima,
l'ossatura della società, e non solo della Chiesa, è la famiglia
fatta di padre, madre e figli. Il rispetto per questa realtà, il
saper spendere per questa realtà, il capire da parte di tutti
che investire sulla famiglia oggi non è una spesa ma è un
investimento" è ciò che conta. Il segretario della Cei, mons.
Nunzio Galantino, ha accennato anche al tema della famiglia
nella sua prolusione sull'"Anima del nuovo umanesimo", svolta ad
Ancona nell'ambito delle Giornate dell'Anima promosse dal card.
Edoardo Menichelli.
"La vera anima in questo nostro tempo - ha detto Galantino
parlando con i giornalisti - a me sembra che sia necessario
soprattutto ricercarla in atteggiamenti, in scelte, in progetti
che vadano nella direzione contraria a quella alla quale stiamo
assistendo". "Stiamo assistendo ad un tempo, il nostro, nel
quale, accanto ad aspetti certamente positivi, purtroppo ce ne
sono di eclatanti, di negativi. I frutti li vediamo: lo stesso
attentato che c'è stato qualche giorno fa".
"Soprattutto - ha sottolineato il segretario della Cei - c'è
una sorta di prevalenza di atteggiamenti e di scelte che vanno
nella direzione della creazione di una cultura dello scarto. Di
un'emarginazione delle persone più fragili". Per Galantino "un
nuovo umanesimo non può non fare i conti con il tema e
l'esercizio dell'inclusione, soprattutto di coloro ai quali, per
un motivo o per un altro, viene purtroppo negata dignità". Il
vescovo ha sottolineato che non parlava solo dei migranti, "ma
anche dei nostri, delle persone che incrociamo per strada e che
tante volte, senza avere il colore della pelle ben
distinguibile, hanno nel loro animo e nella loro storia, le
stesse ferite, le stesse piaghe, forse con nomi diversi, di
quelle dei migranti".
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