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Il lutto a Monte Cerignone

a monte cerignone scrisse nome della rosa

Il lutto a Monte Cerignone

Chiacchiere al bar e passeggiate nel paese del Nome della Rosa

MONTE CERIGNONE (PESARO URBINO, 20 febbraio 2016, 11:51

Redazione ANSA

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L 'ULTIMO SALUTO A UMBERTO ECO - RIPRODUZIONE RISERVATA

L 'ULTIMO SALUTO A UMBERTO ECO - RIPRODUZIONE RISERVATA
L 'ULTIMO SALUTO A UMBERTO ECO - RIPRODUZIONE RISERVATA

Addio a Umberto Eco -  Monte Cerignone dedicherà la biblioteca o un altro spazio o iniziativa alla memoria di Umberto Eco, morto a Milano a 84 anni. ''C'è un legame forte fra Monte Cerignone e la famiglia Eco - spiega il sindaco Carlo Chiarabini -, e nonostante questa perdita grandissima vorremmo restasse saldo. Stiamo pensando a un ricordo tangibile del professore, ma ci confronteremo con la signora Renate prima di decidere: potremmo intitolare a Eco la biblioteca alla quale ha donato tanti libri, o un altro spazio''. 

Monte Cerignone - ''Rideva sentendo che il convento del Nome della Rosa era in realtà la sua casa di Monte Cerignone - 'qualsiasi libro e luogo che ho visitato mi ha ispirato', diceva - ma è vero che il libro l'ha scritto in gran parte qui, come altri. Spesso veniva da solo per lavorare, e una signora andava a cucinargli qualcosa''. Monte Cerignone è un borgo del Montefeltro, 700 abitanti, una poderosa rocca del XIII secolo, e, appunto l'ex palazzo Fattorini ed ex convento gesuita, acquistato da Umberto Eco nel 1976 e trasformato in rifugio creativo. Non è difficile immaginare Guglielmo Da Baskerville aggirarsi fra i saloni e i sotterranei del castello, o nelle stanze dell'ex convento, ma Monte Cerignone per Eco è stato soprattutto un luogo del cuore: ''veniva qui per non essere Umberto Eco'' racconta l'ex sindaco Michele Maiani, che lo conobbe a 20 anni, frequentando il figlio Stefano: ''niente codazzi, interviste, confusione''. Con la moglie Renate e i figli ''il professore'' trascorreva nel Montefeltro le vacanze di Pasqua e Natale, parte dell'estate, e, soprattutto, non mancava mai di celebrare il compleanno, il 5 gennaio, proprio qui. ''Anche a gennaio c'era, con Furio Colombo - dice il farmacista Massimo Chiarabini -, ma, a differenza del solito, non è venuto al bar a offrire da bere a tutti, come faceva sempre. E' passato in farmacia per le medicine. 'E' una giornataccia' ha detto, e mi ha lasciato dei libri. Avevamo capito che non stava bene, ma pensavamo ad un'influenza, non ad una cosa così repentina''. Mitiche le chiacchierate al Bar Sport, dove Eco andava a prendere l'aperitivo e a leggere il giornale, ''sempre gentile, dolce'' le parole commosse dell'assessore Sergio Sereni: ''non sembrava il professore che era, sembrava una persona di campagna, come noi''.

Cittadino onorario - Per il paese, Eco, cittadino onorario dal 22 luglio del 1982, ''ha fatto tanto'' ricorda il sindaco Carlo Chiarabini. Di recente la moglie Renate ha progettato un ''bellissimo giardino pensile'' per la rocca, cofinanziato dal marito con alcuni amici imprenditori. Il semiologo poi ''ha regalato tantissimi libri alla biblioteca: ''l'Enciclopedia Europea nuova di zecca appena uscita'' elenca Maiani, ''tanti libri Bompiani: ''leggere un libro - spiegava - è come vivere la vita di un altro; se ne leggi dieci, hai dieci vite''. Animatore di ''feste epiche, amante del buon mangiare, gran raccontatore di barzellette'', Eco era anche una persona ''molto discreta e riservata''. ''Una volta siamo stati mezz'ora zitti uno di fronte all'altro a leggere il giornale al bar: lui mi ha guardato e ha detto 'gli amici migliori sono quelli che parlano poco'''. I quotidiani poi erano un rito immancabile: ''purtroppo qui l'edicola non l'abbiamo più - si scusa l'assessore - e lui si stava dando da fare per trovare una soluzione''. E Maiani: '''Non puoi sostituire il giornale con internet' mi diceva. Io e il figlio, da ragazzi, l'avevamo aiutato a installare il primo pc. All'epoca Eco era un giocatore accanito di flipper: dopo il pc smise di giocare, 'tanto sono la stessa cosa'''.

Alto e basso si mescolano nei ricordi del borgo come nella produzione intellettuale di Eco: ''la politica lo appassionava, ma ultimamente diceva che era deluso dall'Italia, e dagli Stati Uniti, e gli interessava di più occuparsi di quello che succedeva in Germania, in Francia''. Non raccontava mai cosa stava scrivendo ricorda Maiani. ''Quando ha completato la stesura del Pendolo di Foucault era qui. Lo incontrai in piazza: ''l'ho finito, ma non mi piace per niente''. ''Parlavamo tanto, anche della fede, del dopo... 'Non dire mai che sei ateo, perché non ti capiscono. Non puoi dire che non credi in Dio'. Era un laico vero''. 

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