Terzo sindaco più amato d'Italia,
dopo i primi cittadini di Lecce e Venezia, Matteo Ricci, sindaco
Pd di Pesaro e vice presidente nazionale del partito e
dell'Anci, commenta con soddisfazione la classifica di Ipr
pubblicata dal Sole 24 ore, ma invita a prendere ''i dati con le
pinze. Il 60% dei consensi conferma il voto elettorale, quello
vero, ed evidentemente Pesaro ha colto il nostro sforzo di
progettualità, la voglia di far contare di più la città anche in
ambito nazionale. Ma - osserva - siamo solo all'inizio, dunque
piedi a terra e avanti tutta''.
In generale la classifica conferma, nelle percentuali dei
numeri, che ''i sindaci sono considerati i referenti
istituzionali più credibili dai cittadini. Il loro ruolo è
determinante per il rinnovamento del Paese e della politica''.
Ma Ricci non si riconosce nella descrizione dell'uomo solo al
comando: ''servono sindaci forti e partiti forti, altrimenti,
alla prima difficoltà il sindaco rischia di cadere in
disgrazia''.
Nessuna sorpresa per le prime due posizioni appannaggio di
sindaci del centrodestra, Paolo Perrone e Luigi Brugnaro, pur
nel momento in cui ''il centrodestra è nel suo passaggio di
massima difficoltà''. ''Prima di valutare il partito - argomenta
Ricci - i cittadini valutano chi sei, se sei bravo, presente sul
territorio, la forza che hai. Il sindaco lo incontri per strada,
sai che vita fa, se è sobrio o spendaccione, onesto o ambiguo, a
prescindere dalle tue convinzioni politiche''. A Pesaro ad
esempio, ricorda, ''so di gente che ha votato per me alle
amministrative e Movimento 5 Stelle o centrodestra alle
Europee''. Ma il consenso drenato dai primi cittadini ''non va
tradotto nel lasciare tutto come sta. Ottomila Comuni sono
troppi, e noi sindaci dobbiamo essere il motore del cambiamento,
non gli alfieri della conservazione''.
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