Chiederà il giudizio abbreviato l'assessore regionale all'Ambiente Angelo Sciapichetti (Pd), uno dei 66 indagati per le presunte 'spese facili' del Consiglio regionale negli anni dal 2008 al 2012, quando era semplice consigliere. ''Per il ruolo esecutivo che ricopro in Regione - sottolinea - è giusto che i cittadini marchigiani siano messi quanto prima nella condizione di sapere, fermi i tradizionali tre gradi di giudizio, se sia legittimo mettere in discussione il mio passato operato di consigliere regionale".
Tre anni di indagini, migliaia di scontrini e ricevute passati al setaccio dalla Guardia di finanza, e alla fine l'inchiesta sulle presunte 'spese facili' per 1,2 milioni di euro fatte da tutti i gruppi del Consiglio regionale delle Marche fra il 2008 e il 2012 si conclude con un atto quasi 'fotocopia' dell'avviso di chiusura delle indagini. Per tutti i 66 indagati - 61 consiglieri ed ex consiglieri, compresi due assessori in carica - e 5 funzionari, la procura di Ancona chiede il rinvio a giudizio per peculato, concorso in peculato e in un singolo caso anche per truffa. Sarà il Gup Francesca Zagoreo, il 18 gennaio, a stabilire chi mandare a processo.
Dall'ottobre 2012, all'epoca del primo blitz delle Gdf nei palazzi della Regione, la geografia politica di giunta e consiglio è cambiata, e l'attuale presidente Pd Luca Ceriscioli, neoeletto estraneo all'indagine, ostenta tranquillità, nonostante sia incalzato da M5S: "Come ho già dichiarato fin dalla campagna elettorale, mi auguro che le persone coinvolte possano dimostrare la loro correttezza. Prima di trarre qualsiasi conclusione aspettiamo l'udienza preliminare e poi le sentenze del primo grado di giudizio". L'assessore alla Cultura Moreno Pieroni (ex capogruppo Psi, Uniti per le Marche) si mette a disposizione del presidente "per tutte le valutazioni che vorrà fare sulla vicenda", mentre l'altro assessore, Angelo Sciapichetti (Pd, delega all'Ambiente), ha sempre sostenuto di aver utilizzato "il rimborso previsto per ogni consigliere, 280 euro al mese, solo per fare attività politica".
Nell'elenco dei 61 figurano anche l'attuale segretario regionale Dem Francesco Comi, il nuovo capogruppo Gianluca Busilacchi, alcuni consiglieri e l'imbarazzo nella maggioranza c'è. Decine di interrogatori, memorie e pezze d'appoggio depositate dai difensori non sono riuscite a convincere i pm Di Cuonzo e Melotti dell' "inerenza" delle spese con il mandato istituzionale, e del rispetto delle norme sulla rendicontazione. Anche la Corte dei Conti procede con un'inchiesta contabile parallela.
"Incredibile, la procura non ha fatto alcuna scrematura, ben venga il vaglio del giudice", tuona l'avv. Marina Magistrelli, difensore di Comi e altri indagati. Sarà il Gup dunque a vagliare la congruità con la funzione dei 14.258 euro spesi nel 2009 dall'ex governatore Gian Mario Spacca, eletto con il Pd, poi passato a Marche 2020 e ricandidatosi senza successo alle ultime elezioni. Soldi per ristoranti, telefonia, manifesti, e la stampa di 55 mila copie della rivista filosofico-culturale 'Koinè'. Nel mirino anche i rimborsi benzina dell'ex presidente dell'Assemblea Vittoriano Solazzi (Marche 2020), e dell'ex consigliere Idv Paola Giorgi, accusata di truffa per una presunta finta residenza fuori Ancona. Il lardo di Colonnata e il formaggio comprati a Natale dall'ex consigliere Pdl Franco Capponi sono forse un 'déjà vu' rispetto a inchieste analoghe in tutta Italia. Ma il libro sull'orgasmo femminile ("Il segreto delle donne") acquistato dall'ex consigliere della Federazione della sinistra Raffaele Bucciarelli, resterà l'epitaffio di questa indagine. Insieme al pacchetto di Merit portato a rimborso dall'ex Idv Paolo Usebi.
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