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Banca Marche: piano 2 mld, verso quota controllo Fonspa

>>>ANSA/ Banca Marche

Banca Marche: piano 2 mld, verso quota controllo Fonspa

Si attende settembre, possibile aumento capitale 1 mld

JESI (ANCONA), 14 agosto 2014, 19:16

Redazione ANSA

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Solo dopo il completamente della due diligence da parte di Fonspa, previsto nei primi dieci giorni di settembre, si potrà valutare compiutamente il "piano di salvataggio" di Banca Marche, commissariata da Bankitalia poco più di un anno fa a causa di 3,4 miliardi di sofferenze e oggetto di attenzione da parte del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi. Il fallimento dell'istituto di credito marchigiano andrebbe a pesare proprio sul Fondo per 6-7 miliardi, a causa delle tutele obbligatorie per legge ai depositanti. Per evitare questo scenario, secondo il Sole 24 Ore, sarebbe pronto ad intervenire Fonspa, già Credito Fondiario, oggi nelle mani di Tages Group e pronto a diventare primo azionista della Banca risanata. Presieduta dall'ex Numero Uno di Enel Piero Gnudi, Fonspa è già impegnata in una due diligence, una radiografia economico-finanziaria dell'azienda per una partecipazione diretta nell'Istituto. Il progetto prevede lo scorporo delle sofferenze in una società-veicolo, una "bad bank", con cartolarizzazione di queste ultime. Fonspa si occuperebbe della gestione della nuova società e nel contempo sottoscriverebbe insieme al Fondo Interbancario, ad una cordata di imprenditori locali e alle fondazioni azioniste, un aumento di capitale da 1 miliardo della nuova Banca Marche, ripulita da incagli e sofferenze, mentre l'ammontare dell'operazione complessiva sarebbe di circa 2 miliardi di euro, comprese le garanzie fra 700 e 900 milioni di euro da parte del Fondo Interbancario. La nuova Banca Marche manterrebbe marchio e autonomia, anche se con l'aumento di capitale il principale azionista diventerebbe Fonspa. Resta da capire quale sarebbe il ruolo e soprattutto il peso degli attuali azionisti. La Banca oggi è controllata dalle Fondazioni Cassa di risparmio di Pesaro e e di Macerata (22,51% ciascuna), dalla Fondazione Cassa di risparmio di Jesi (10,78%), da Intesa Sanpaolo (5,84%), dalla Fondazione Cassa di risparmio di Fano (3,35%) e da altri azionisti (32,12%). Dalle Marche oggi nessuno fa commenti, se non per ribadire - come il presidente della Fondazione jesina Alfio Bassotti - che bisogna attendere il completamento degli accertamenti sui dati dell'istituto di credito, "in particolare le criticità". Da parte delle Fondazioni, comunque, non sarebbe visto male lo scorporo delle criticità dagli asset positivi, anche se qualunque ipotesi è prematura. E per qualcuno, questa situazione così articolata sarebbe addirittura imprescindibile, l'unico modo per condurre in salvo l'istituto di credito marchigiano, oggetto di censure della Consob e di un'inchiesta della Procura di Ancona. E' possibile comunque che l'assemblea degli azionisti si riunisca tra la fine del 2014 e il primo trimestre del 2015 per decidere sull'aumento di capitale. E in attesa degli esiti della due diligence anche la cordata di imprenditori marchigiani, che dovrebbe incontrare Fonspa a settembre. In un altro disegno e con un altro istituto di credito, gli imprenditori locali avevano assicurato la disponibilità di 300 milioni di euro per la ricapitalizzazione. Ora tutto dipende dagli equilibri di governance e quindi tutto potrebbe essere ridefinito.
   

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