MILANO - Giordano Stabile è laureato in Lettere alla Scuola Normale Superiore, dove è stato allievo del francesista Francesco Orlando. Ha mosso i primi passi nel giornalismo come collaboratore al Lavoro di Genova poi alla Scuola Gino Palumbo della Rcs, dove ha incontrato maestri di giornalismo come Manlio Mariani, Pier Augusto Macchi, Lamberto Sechi fra i tanti. Dal 1997 ha cominciato a collaborare con Specchio della Stampa ed è stato assunto nel 1999. Per Specchio, e poi per la redazione Esteri de La Stampa, ha raccontato soprattutto i conflitti in Medio Oriente, le lotte del Fronte Polisario fra l'Algeria e Sahara occidentale, l'Afghanistan profondo dell'Uruzgan e quello in via di occidentalizzazione di Kabul, lo sfacelo del Sud Sudan. E poi le "primavere arabe" che si sono trasformate nel lungo inverno delle guerre civili: l'Egitto in piazza contro Mubarak, l'insurrezione di Bengasi e la lotta per abbattere Gheddafi, i reportage da Damasco, Aleppo, Misurata, Tripoli. Dal gennaio 2016 è inviato della "Stampa" per il Medio Oriente e vive a Beirut. Negli ultimi due anni ha seguito la grande offensiva mondiale per distruggere il Califfato di Abu Bakr al-Baghdadi - da Palmira in Siria, Sirte in Libia, Mosul in Iraq - e i contrattacchi terroristici degli islamisti, a cominciare da quelli in Turchia e Israele.
"Ci sono almeno tre ottime ragioni per assegnargli Il Premiolino. La prima è che è un dinamico e moderno corrispondente per La Stampa dal Medio Oriente sul fronte della guerra; la seconda è che si è rivelato un formidabile uomo di macchina al magazine Specchio e poi alla redazione Esteri. La terza è che è un bravissimo ragazzo, al punto che gli si può persino perdonare di essere juventino...": questa la motivazione con la quale la giuria ha assegnato all'inviato de La Stampa Giordano Stabile il Premiolino 2017.
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