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Aids: Positivə, il documentario pop su vite positivi all'Hiv

Aids

Aids: Positivə, il documentario pop su vite positivi all'Hiv

Nei 40 anni dalla scoperta del virus; la presentazione 24/11

MILANO, 19 novembre 2021, 15:32

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Un viaggio in macchina verso il mare tra quattro sconosciuti, in chiave pop, alla scoperta di che cosa significhi oggi convivere con l'Hiv, ma anche con lo stigma sociale che porta con sé. Si intitola 'Positivə - 40 anni di Hiv in Italia', il documentario indipendente che accende i riflettori sulla vita di una nuova generazione di persone positive al virus che non vuole più nascondersi. Presentato in anteprima alla stampa al cinema Anteo di Milano il 24 novembre, il lungometraggio arriverà in esclusiva sulla piattaforma in streaming Nexo+ (nexoplus.it) il primo dicembre 2021, Giornata Mondiale contro l'Aids nonché data di un'importante ricorrenza: i 40 anni dall'individuazione del virus.
    Realizzato con la regia di Alessandro Redaelli, il documentario si immerge nelle vite di una mamma milanese e di un papà pistoiese, entrambi eterosessuali, di una ragazza transgender e di un ragazzo omosessuale. E propone una riflessione sul gap di comunicazione che si è generato negli ultimi decenni, portando un'intera generazione di giovani a conoscere poco o nulla di un virus che oggi colpisce oltre 130.000 italiani, così come delle moderne terapie in grado di azzerarne gli effetti e impedirne il contagio.
    'Positivə', realizzato dalle case di produzione Peekaboo e Uau e scritto da Elena Comoglio, Francesco Maddaloni e Ruggero Melis, vede anche materiali inediti tratti dagli archivi delle associazioni che hanno combattuto il diffondersi dell'Hiv tra gli anni '80 e '90 in prima linea, come Anlaids e Asa, e le testimonianze di personaggi e attivisti da Oliviero Toscani, Jo squillo e Loredana Berté, oltre al finalista del Premio Strega Jonathan Bazzi, Rosaria Iardino, la ragazza baciata sulla bocca dall'immunologo Fernando Aiuti in una storica fotografia del '91, e l'infettivologo Massimo Cernuschi del San Raffaele di Milano.
  

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