Il movimento Black lives Matter
arriva anche nel mondo della moda con l'iniziativa digitale "we
are made in Italy" che, all'interno della Milano Fashion Week,
presenta 5 talenti selezionati dalla designer Stella Jean e dal
collega Ed Buchanan tra i 220 creativi della piattaforma
Afrofashion, fondata nel 2014 da Michelle Francine Ngonmo.
Arrivare a questo risultato non è stato facile, racconta
Stella Jean: "avevamo avviato a gennaio una campagna sociale
sulla discriminazione razziale, ma la risposta è stata fredda,
poi il movimento mondiale nato dopo George Floyd ha riacceso le
coscienze degli attivisti 'last minute' e ha permesso - racconta
- di avviare una conversazione sui nuovi italiani che chiedono
alle aziende italiane, che sui social sbandierano ottime
intenzioni, l'opportunità di lavorare come gli altri".
All'inizio "c'è stata indifferenza a km zero, come se i
marchi non avessero visto le piazze italiane piene ma pensassero
solo a dare supporto al movimento americano", poi la Camera
della moda ha supportato e finanziato il progetto, andato online
oggi, e ha dato vita a un tavolo di lavoro, che si è riunito per
la prima volta il 22 settembre per dare vita a una riforma
culturale. "Fino a oggi sono stata il numero 1, l'eccezione -
sottolinea la stilista italo haitiana - un numero accettabile
di negritudine all'interno della Camera, mentre le passerelle
sono piene di modelle nere: utilizziamo il colore come bandiera,
ma ciò non corrisponde alla realtà dei fatti". "Non
raccontiamoci favole - le fa eco Michelle Ngonmo - il razzismo
esiste ovunque, anche nella moda, e mi spaventa un po' che ora
ci sia attenzione perché questi stilisti sono neri e non perché
sono bravi". Al sistema moda, Stella e Michelle chiedono di
valutare questi ragazzi "per il loro valore, non per il colore
della loro pelle".
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