"Qualche giorno fa, mentre stavamo
facendo l'albero di Natale, mi è caduta una fascetta da
elettricista. Mia figlia l'ha raccolta e mi ha detto 'con questa
sono stata legata', poi è scoppiata a piangere". Lo ha
raccontato in aula, sentita come testimone, la mamma di una
ragazzina che fu sequestrata insieme a un'altra cinquantina di
compagni di classe, due insegnanti e una bidella, sul bus che fu
dirottato e incendiato da Ousseynou Sy lo scorso 20 marzo a San
Donato Milanese.
Secondo la ricostruzione, il 47enne accusato di sequestro di
persona, strage e incendio costrinse gli insegnanti a legare i
polsi dei ragazzini con delle fascette di plastica da
elettricista. "Nei giorni successivi all'episodio - ha
raccontato la donna davanti alla Corte d'Assise - mia figlia era
molto agitata, ansiosa, se uscivamo stava attenta a tutto quello
che la circondava, e se incontrava uomini mi faceva cambiare
direzione". E ancora: "Non vuole vedere che utilizziamo
coltelli, quando lo facciamo esce dalla stanza".
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