C'è il Duomo d'estate con le sue
"guglie di burro" da cui sembra possa scivolare giù di tutto,
c'è la neve come panna quando "scricchiolano le ossa dei
barboni", ci sono gli aperitivi dove "gocciola l'attesa di amore
eterno" e i manager che alla fermata della metropolitana Gioia
"affilano cravatte per la battaglia". Sono solo alcune delle
molte immagini, come frammenti offerti al pensiero dalla parola,
di Milano vista e raccontata dai versi in stile giapponese di
Manuela D'Alessandro e dalla sua raccolta 'Milaneshaiku', da
poco pubblicata per le edizioni LietoColle.
Seguendo le regole precise della strofa a tre versi del
componimento 'haiku', D'Alessandro, cronista giudiziaria e già
autrice di poesie e favole comparse su diverse
antologie, racchiude in pillole potenti anche la solitudine
immersa nella metropoli, dove "non piangono mai per strada, il
dolore qui è solo di casa".
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