E' stata accolta dalla Cassazione la
richiesta di Pierangelo Daccò - amico e compagno di vacanze di
Roberto Formigoni - di ottenere la revisione del processo per la
bancarotta del San Raffaele per il quale è stato condannato in
via definitiva a nove anni. Per gli ermellini, la circostanza
che altri coimputati (Zammarchi, Freschi e Loria) siano stati
assolti per alcuni reati contestati in concorso anche a Daccò,
richiede la riapertura del dibattimento davanti alla Corte di
Appello di Venezia.
Nel verdetto depositato oggi - udienza del 10 luglio - i
giudici sottolineano che "la mera circostanza dell'assoluzione
di coimputato giudicato separatamente, a seguito della
celebrazione di rito diverso, non comporta automaticamente la
revisione" ma nel caso di Daccò "non vi è dubbio che i fatti
storici fossero gli stessi, essendo stati i coimputati originari
giudicati separatamente a seguito di differenti scelte
processuali inerenti il rito, ferma restando l'identità delle
imputazioni a loro ascritte in concorso".
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