Non è stato 'omicidio volontario' ma
'aiuto al suicidio' il reato commesso da Silvia Pasotto, il
medico 62enne che nel settembre scorso preparò un mix di farmaci
letale per l'anziana madre, in quanto la vittima "fino
all'ultimo ha avuto il dominio della propria vita". Lo scrive la
Corte d'Assise di Milano nelle motivazioni della sentenza con
cui nel luglio scorso ha derubricato il reato a carico della
dottoressa, a processo con l'accusa di omicidio volontario,
condannandola a 4 anni di reclusione per aiuto al suicidio.
L'82enne Nicoletta Carneli fu ritrovata morta nell'appartamento
di via Grigna a Milano in cui abitava insieme con la figlia, che
pur avendo bevuto anche lei il cocktail, fu invece trovata
incosciente ma ancora viva. Secondo i giudici, la Carneli ha
agito "materialmente di mano propria" e ha "coscientemente
bevuto il miscuglio di medicine e whiskey" preparato dalla
figlia.
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