Al 2020 la filiera del legno-arredo
avrà 24.000 occupati in più, al netto delle uscite. La stima
arriva dopo i dati incoraggianti del settore degli ultimi mesi e
soprattutto dopo l'emorragia di posti di lavoro causata nel
settore (che impiega 320.000 addetti) dalla crisi. La recessione
infatti ha fatto perdere l'impiego a 41.500 addetti nel legno,
53.500 nel mobile. L'ha spiegato il presidente di
FederlegnoArredo, Emanuele Orsini, alla presentazione del primo
rapporto della associazione a Milano.
Ma il settore chiede figure professionali nuove.
L'automazione e digitalizzazione della produzione, cioè
l'Industria 4.0, fa sì che servano progettisti, analisti del
web, operai specializzati, tirocinanti da percorsi di formazione
professionale. In questo senso, ha ricordato Orsini, il modello
del Polo formativo del Legno, che l'associazione ha avviato a
Lentate sul Seveso (Monza Brianza) "è un modello da far andare
in giro". Perché "su 28 che escono da una classe, 24 vengono
assunti il giorno dopo".
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