"Sono stato chiamato da mio fratello e se non fossi intervenuto non me lo sarei perdonato e non me lo avrebbero perdonato, ho colpito solo per difendere lui e i suoi amici". Lo ha spiegato, nell'interrogatorio davanti al gip, uno dei filippini arrestati per la rissa avvenuta venerdì sera nei pressi del Palazzo della Regione Lombardia, a Milano.
Stando a quanto chiarito da uno dei suoi legali, l'avvocato Fabio Schembri, che lo difende assieme al collega Luciano Di Pardo, il ragazzo di 19 anni, accusato come altri quattro di rissa aggravata e lesioni e che avrebbe colpito e ferito con un coltellata un 18enne, ha raccontato davanti al giudice che non era presente quando è cominciata la rissa, ma che è stato chiamato dal fratello minorenne perché un suo amico, anche lui minorenne, era stato colpito con un coccio di bottiglia. Stando alla ricostruzione difensiva, poi, la rissa non sarebbe avvenuta nell'ambito di logiche di contrapposizioni tra gang. Tutti e 5 gli arrestati sono stati scarcerati oggi e solo per il 19enne è stato disposto l'obbligo di firma.
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