Si va verso la richiesta di processo
per Stefano Binda, l'uomo arrestato, quasi 30 anni dopo il
delitto, con l'accusa di aver ucciso Lidia Macchi, la
studentessa di Varese massacrata con 29 coltellate la sera del 5
gennaio 1987. Infatti il sostituto procuratore generale di
Milano Carmen Manfredda due giorni fa ha firmato l'avviso di
conclusione delle indagini nei confronti del 49enne allora
compagno di liceo della ragazza assassinata. L'atto è stato
notificato ai legali del presunto omicida, il quale avrà 20
giorni di tempo per farsi interrogare. Dopo di che il pg
chiederà il rinvio a giudizio, sebbene siano ancora in corso
importanti accertamenti, come quelli sulla salma riesumata della
ragazza e la ricerca di un coltello e cioè l'arma del delitto,
e di altri reperti in località Sass Pinì dove fu trovato il
cadavere. L'uomo, che si è sempre proclamato innocente, è
accusato di omicidio pluriaggravato dagli abietti e futili
motivi e dalla crudeltà.
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