E' "fuor di dubbio" che anche i tre
giovani sudamericani assolti in primo grado nel processo per il
blitz a colpi di machete ai danni del capotreno Carlo Di Napoli
alla stazione di Villapizzone a Milano, l'11 giugno dello scorso
anno, "hanno in ogni caso voluto l'aggressione" che è poi
"degenerata, circostanza non imprevedibile, nel tentato
omicidio" del ferroviere e di un suo collega, Riccardo Magagnin.
Lo scrive il legale di parte civile di Di Napoli, l'avvocato
Luca Ponzoni, che ha depositato il ricorso in appello contro le
assoluzioni, così come ha fatto la Procura e anche l'altra parte
civile. Il gup di Milano Alfonsa Ferraro nel processo abbreviato
aveva condannato solo tre dei sei imputati e cioè Jackson Lopez
Trivino, detto 'Peligro', a 16 anni, Josè Ernesto Rosa Martinez,
ritenuto l'esecutore materiale del colpo di machete, a 14 anni e
Andres Lopez Barraza, detto 'Pajaro Loko', a 11 anni e 4 mesi.
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