"Tutte le operazioni che ho fatto
non avevano lo scopo di togliere asset alle società ma di
rifinanziarle e rilanciarle". Si è difeso così Danilo Coppola,
in carcere da martedì scorso, durante l'interrogatorio di
garanzia davanti al gip di Milano Livio Cristofano. Coppola,
accusato di bancarotta per i fallimenti del Gruppo Immobiliare
2004, di Mib Prima e per aver distratto denaro dalle casse di
Porta Vittoria, la spa ammessa al concordato preventivo, e di
sottrazione fraudolenta al pagamento di imposta, difeso dagli
avvocati Fabio Lattanzi e Giuseppe Lucibello, ha risposto alle
domande per circa tre ore. Da quanto è trapelato, avrebbe
spiegato che le sue intenzioni erano quelle di saldare i debiti
con i creditori, in particolare con il Fisco, e che "tutto
quello che ho fatto, l'ho fatto su consiglio dei miei
consulenti", legali e non. L'immobiliarista, fornendo
spiegazioni su ciascuna delle operazioni contestate, ha anche
affermato che Banco Popolare avrebbe "saputo tutto".
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