Il giudice di pace di Milano ha
accolto il ricorso di un autista di Uberpop, il servizio
ritenuto illegittimo dal Tribunale di Milano e per questo
bloccato in tutta Italia, giudicando insussistente la violazione
dell'articolo 86 comma 2 del Codice della strada. La norma
stabilisce che chi adibisce la propria auto a vettura di piazza
senza avere la licenza è sottoposto al pagamento di una somma da
1.632 a 6.527 euro e alle sanzioni amministrative accessorie
della confisca del veicolo e della sospensione della patente di
guida da quattro a dodici mesi.
Lo rende noto l'Unione artigiani la quale, critica, osserva
che "se passa il concetto che bloccare Uberpop equivalga a
bloccare la libera iniziativa economica, allora ci chiediamo che
senso abbia che esista una iscrizione a ruolo e una serie di
requisiti da rispettare per svolgere il lavoro di tassista".
"C'è una sentenza della scorsa estate emessa dal Tribunale di
Milano - commenta il delegato del settore taxi dell'Unione,
Pietro Gagliardi - che vieta di utilizzare Uberpop, e quella è
tutt'ora valida su tutto il territorio nazionale. Tuteleremo gli
interessi della categoria di fronte a tutti i ricorsi che
verranno proposti, a cominciare da quello presentato al
Tribunale di Torino contro lo stop ad Uberpop - conclude
Gagliardi -, mentre confidiamo che la sentenza del giudice di
pace venga riformata e corretta senza particolari problemi".
L'Unione Artigiani aggiunge che il Comune di Milano farà
ricorso rilevando che il provvedimento del giudice di pace
appare "viziato da errori in diritto".
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