/ricerca/ansait/search.shtml?tag=
Mostra meno

Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

La Grande Madre, simboli e contrasti

La Grande Madre, simboli e contrasti

Dal 26/8 a Milano 400 opere di oltre 130 artisti

ROMA, 24 agosto 2015, 20:38

Redazione ANSA

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

- RIPRODUZIONE RISERVATA
- RIPRODUZIONE RISERVATA

Dalle veneri paleolitiche alle 'cattive ragazze' del post-femminismo, passando per la tradizione millenaria della pittura religiosa, la raffigurazione della maternità è di scena dal 26 agosto al 26 novembre a Milano, negli spazi di Palazzo Reale, per una delle mostre più attese della nuova stagione espositiva.

Allestite 400 opere realizzate da 139 tra gli artisti più celebrati del '900, riunite nei 2.000 metri quadrati del Piano Nobile per offrire anche al largo pubblico una vasta panoramica di come, dalle Avanguardie a oggi, la figura della madre, tra molti contrasti, sia rimasta simbolo della creatività e metafora stessa dell'evoluzione artistica.

Con il titolo 'La Grande Madre', l'importante rassegna è stata promossa dal Comune di Milano e ideata e prodotta dalla Fondazione Nicola Trussardi insieme a Palazzo Reale per 'Expo in città 2015' (Bnl Gruppo Bnp Paribas è invece il main sponsor). Mentre la curatela è di Massimiliano Gioni, che ha selezionato i lavori più significativi di maestri quali Munch, Boccioni, Duchamp, Ernst, Dalì, Fontana, Koons, Cattelan, Accardi, Yoko Ono, Frida Khalo e moltissimi altri. Un'indagine quella del critico, che prende le mosse dall'aspetto piú profondo del tema trattato dall'esposizione universale milanese, vale a dire l'atto del nutrire, da cui la vita si origina e quindi si consolida e perpetua. Gioni, paradossalmente, ha seguito l'allestimento di Palazzo Reale via Skype, in quanto la prossima maternità della moglie non gli ha permesso di lasciare New York. "Originale e ricca di possibili letture'', la mostra va quindi alla ricerca dell'archetipo, dell'immagine primordiale, cioè la madre, che, nella sua versione più familiare di 'mamma', rappresenta una sorta di stereotipo intimamente legato all'Italia. Numerosi e vari i nodi collegati alla Grande Madre, di ordine storico, politico, sociale, in grado di travalicare l'aspetto puramente artistico e raccontare un'epoca, in cui il presente è assolutamente compreso.

Ideata in stretto contatto con Beatrice Trussardi, la Grande Madre è dunque in primo luogo una mostra sul potere della donna, in un percorso attraverso un secolo di scontri e lotte tra emancipazione e tradizione, mescolando il contemporaneo con la storia, accostando opere di oggi e capolavori del passato. L'allestimento di Palazzo Reale si apre con una presentazione dell'archivio di Olga Fröbe-Kapteyn, che dagli anni '30 ha raccolto per tutta la vita migliaia di immagini di idoli femminili, madri, matrone, veneri e divinità preistoriche confluite in una vasta collezione iconografica alla quale hanno attinto psicologi (Carl Gustav Jung) e antropologi, dopo che Sigmund Freud, con le sue osservazioni sul complesso di Edipo aveva trasformato i rapporti familiari e le relazioni tra madri e figli in un dramma di desideri sessuali e tensioni represse. Un'importante sezione è invece incentrata sulla partecipazione delle donne alle avanguardie storiche e, in particolare, ai movimenti futurista, dadaista e surrealista, in modo da evidenziare, nel confronto con i colleghi uomini, gli aspetti più contrastanti della modernità e le radicali trasformazioni dei ruoli sessuali che hanno poi accompagnato i cambiamenti economici e sociali di inizio '900. Se nel Futurismo c'è la nascita di un vero e proprio scontro tra energie riformatrici e forze repressive, documentato dalle opere di Umberto Boccioni, Valentine De Saint-Point, Mina Loy, Filippo Tommaso Marinetti, Marisa Mori, Rosa Rosà e altre, nel Dadaismo si assiste alla nascita del mito della donna meccanica e automatica, passando così dalle macchine celibi di Marcel Duchamp, Picabia e Man Ray, alle bambole meccaniche di Sophie Taeuber-Arp, Emmy Henningse Hannah Höch. Mentre il culto della donna nel Surrealismo viene analizzato attraverso 50 collage originali da 'La donna 100 teste' di Max Ernst, esposti accanto a opere e documenti di Breton, Bellmer, Dalí e altri. Esplorando le implicazioni estetiche ed etiche della fascinazione surrealista nei confronti del femminile, la mostra porta in primo piano anche opere di artiste come Frida Kahlo, Dora Maar, Meret Oppenheim. La seconda parte ha come epicentro ideale un nucleo di opere di Louise Bourgeois, che assimila l'influenza del Surrealismo e la trasforma mescolandola a culture arcaiche, per creare una mitologia individuale di straordinaria forza simbolica. E molte artiste che emergono negli anni '60 e '70 creano appunto un nuovo vocabolario di forme, in cui abbondano riferimenti biologici utilizzati per rivendicare la centralità del corpo femminile. Negli stessi anni artiste assai diverse tra loro come Carla Accardi, Joan Jonas, Mary Kelly, Yoko Ono, descrivono lo spazio domestico quale luogo di tensioni e soprusi, rimettendo in discussione la divisione del lavoro e dei ruoli sessuali. Arricchita da presenze importanti, tra gli altri Koons, Brancusi, Cattelan, Fontana, la rassegna propone anche il video 'Grosse Fatigue' di Camille Hernot (Leone d'Argento all'ultima Biennale) in cui si analizzano i miti di creazione e genesi dell'universo, raccontando così la nascita della Madre Terra.

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza