Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Ruby, Berlusconi ignorava minore età

cassazione

Ruby, Berlusconi ignorava minore età

Lo scrive la Cassazione che ha confermato assoluzione ex premier

MILANO, 28 maggio 2015, 15:57

Redazione ANSA

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

- RIPRODUZIONE RISERVATA
- RIPRODUZIONE RISERVATA

(di Margherita Nanetti)

Sono "affidabili" gli "elementi probatori" che escludono che l'ex premier Silvio Berlusconi fosse consapevole che Ruby era minorenne quando frequentava la sua residenza di Villa San Martino, ad Arcore, nel periodo compreso tra il 14 febbraio e il due maggio del 2010. A dirlo, anzi a scriverlo nero su bianco, è la Cassazione nelle attese motivazioni di conferma del proscioglimento di Berlusconi, emesso dalla Corte di Appello di Milano il 18 luglio 2014, dall'accusa di prostituzione minorile e concussione aggravata.

Due imputazioni che in primo grado erano costate al leader azzurro una condanna pesante a sette anni di reclusione, il 26 luglio 2013. Tuttavia, nonostante l'ex premier ignorasse che la bella ragazza marocchina non 'aveva l'età', è "data per acquisita - affermano i supremi giudici - la prova certa che ad Arcore vi fu esercizio di attività prostitutiva che coinvolse anche Karima El Marough", per gli amici 'Ruby rubacuori', con la quale Berlusconi intrattenne "commerci sessuali". Correttamente, la Corte di Appello ha considerato, tra gli elementi "esclusivi della consapevolezza da parte dell'imputato della minore età" di Ruby, l'"aspetto fisico" della giovane, diciassettenne all'epoca delle 'cene galanti', e il suo "modo di comportarsi" che "non tradivano minimamente la sua età effettiva". Inoltre, Ruby aveva "l'abitudine a fornire false generalità" e ad attribuirsi una età "di volta in volta diversa, dai 19 ai 27 anni".

Agli amici, inoltre, aveva detto di "avere sempre taciuto" la realtà dei suo dati anagrafici a Berlusconi. Nel ripercorrere il filone giudiziario principale originato dalla vicenda Ruby, la Cassazione non manca di evidenziare come l'ex premier sia stato tradito nell'amicizia dal 'fido' Emilio Fede. "Non va sottaciuta, l'ambivalenza dei rapporti tra Fede e Berlusconi" che da parte del primo - rimarcano gli 'ermellini' - "non erano totalmente disinteressati" ma "motivati da opportunità di ritorno economico, che si materializzavano nell'ambito di quel sistema di spregiudicati intrattenimenti in Arcore a margine dei quali si approfittava anche della disponibilità del padrone di casa, cui non mancavano cospicue risorse finanziarie" per soddisfare le richieste di aiuto dello stesso Fede e di Lele Mora, agente di starlette e tronisti. La Cassazione, ricorda che dalle intercettazione tra Fede e Mora, era emerso che "i due, allegando le gravi difficoltà economiche in cui versava Mora e agendo in sinergia tra loro, avevano convinto il facoltoso amico ad erogare al predetto una notevole somma di denaro; parte non trascurabile di questa era stata, però, girata, a beneficio proprio di Fede che l'aveva pretesa quale prezzo della sua mediazione". Per quanto riguarda la telefonata con la quale Berlusconi, in visita di Stato a Parigi, chiamò l'ex capo di gabinetto della Questura di Milano, la Suprema Corte ritiene che "con precisione" la causale di tale chiamata a Pietro Ostuni è stata "individuata" nella volontà di "impedire che la divulgazione della minore età di Karima El Marough (Ruby), unita all'accertamento della sua pregressa partecipazione alle serate a sfondo sessuale di Arcore, potessero offuscare la sua reputazione di uomo politico investito di funzioni apicali di governo, interesse o se si vuole vantaggio privo di diretti contenuti patrimoniali". Per questo, e per non aver 'costretto' Ostuni a rendersi disponibile e compiacente, l'ex premier non è stato condannato. Anche se, rileva la Cassazione, quella telefonata sarebbe stato meglio se Berlusconi non l' avesse fatta, dato il ruolo che aveva. Quel che è certo è che Ostuni, ha tenuto un comportamento "non lusinghiero" per un dirigente della Polizia di Stato che, "ancorché inserito in una struttura fortemente connotata in senso gerarchico come è l'amministrazione del Ministero dell'Interno, è pur sempre soggetto alla legge e conserva, perciò, autonomi poteri di apprezzamento del contenuto intrinseco anche di veri e propri ordini che possano eventualmente essergli impartiti". Quanto al ricorso del Pg di Milano, che "tenacemente" si è battuto per riaprire il processo all'ex Cavaliere, la Suprema Corte definisce "generiche e assertive" le sue insistenze sull'accusa di prostituzione minorile portate avanti sulla base della indimostrata "notizia di dominio pubblico" relativa alla "frequentazione di donne minorenni" da parte di Berlusconi.

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

Guarda anche

O utilizza