(di Daniela Simonetti)
Tifosi contro Walter Mazzarri: il giorno dopo l'incredibile sconfitta contro il Cagliari, il tecnico finisce sul banco degli imputati. Il rapporto con il pubblico nerazzurro non e' mai decollato: il gioco non piace, troppo prudente, provinciale, non da grande squadra, nelle vittorie come nelle sconfitte.
Un lunedi' di tormenti per Mazzarri dopo una domenica bestiale. Il feeling con i tifosi era gia' piuttosto scarso dopo l'annata dell'anno scorso fatta di alti e bassi, di scelte giudicate discutibili, di crolli improvvisi e di occasioni mancate. Poche le soddisfazioni, tante le promesse: era pero' l'anno difficile della rivoluzione societaria, dei grandi cambiamenti e degli obiettivi da ridefinire. Adesso, fatto il mercato e consolidato il nuovo assetto, ogni scusa sembra venire meno. Mazzarri lo sa e infatti questa volta non cerca alibi ma vuole solo di riscattarsi al piu' presto per archiviare una delle pagine piu' nere forse della sua stessa carriera.
"Oggi - dice in una intervista - ho parlato con i giocatori e sanno benissimo quello che penso. Mi sembra che siano tutti convinti della disamina fatta a proposito della partita di ieri". I fischi? "E' normale che ci siano quando perdi una partita come l'abbiamo persa noi. E' chiaro che già da giovedì bisogna fare una gara diversa al di là del risultato. Anche a Firenze serve una grande prestazione per far capire che questo e' un incidente di percorso". Risposta piccata al presidente del Cagliari, Tommaso Giulini che accusa i nerazzurri di presunzione: "Ognuno deve guardare in casa propria". Sicuramente un buon consiglio. E se l'Inter lo seguisse fino in fondo, avrebbe ben pochi motivi di rallegrarsi: la prestazione di ieri e' inqualificabile e inspiegabile. La squadra ha rinunciato a giocare dimostrando fragilita' preoccupanti.
Thohir e' deluso, la strada appare in salita, nonostante i segnali incoraggianti intravisti all'inizio del campionato. Mazzarri pero' cambia strategia: questa volta si assume tutte le responsabilita' del naufragio nerazzurro. "Probabilmente ho sbagliato io alcune valutazioni di turn-over - dice dopo la partita - la squadra era cotta, è stata una giornata nera. Quando siamo rimasti in 10 dovevamo comportarci diversamente: una squadra esperta si mette dietro, non prende 4 gol nel primo tempo, e prova a rimontare nella ripresa".
Una linea - quella del mea culpa - che spiazza soprattutto i denigratori di Mazzarri abituati a un allenatore che trova scuse di ogni tipo di fronte a risultati deludenti. L'Inter fatica a trovare una personalita' ben definita, ad imporre un proprio gioco, ad essere aggressiva ed efficace. La distanza da Mourinho - totem nerazzurro - e' siderale, i tifosi continuano a rimpiangere quei tempi epici fatti di polemiche roventi e di scontri furibondi: quella squadra - capace di vincere il Triplete - era viva, forte, organizzata, orgogliosa. Anni che oggi sembrano lontanissimi.
Giovedi' e' tempo di Europa League: l'Inter affronta i misteriosi avversari del Qarabag, domenica c'e' la Fiorentina in campionato. Due opportunita' per dimostrare che quello di ieri e' stato veramente un incidente di percorso e non l'avvisaglia dell'ennesima stagione all'insegna della mediocrita'.
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