"Nei cantieri che sono di Expo e delle opere funzionali all'esposizione abbiamo rilevato segni di presenza mafiosa così come abbiamo rilevato la capacità delle organizzazioni criminali di inserirsi in opere anche appaltate direttamente da Expo. C'è una situazione che deve essere controllata meglio". È questo l'allarme lanciato dal presidente del Comitato antimafia del Comune di Milano, Nando Dalla Chiesa, nel corso della presentazione della V relazione stilata dall'organo da lui presieduto.
Una relazione presentata "con una certa urgenza - ha chiarito Dalla Chiesa - e che riporta episodi rilevati dalle polizie locali dei Comuni interessati dai lavori legati ad Expo e che sono già state segnalate all'autorità competente". Dalla Chiesa ha poi spiegato che i "segni di presenza mafiosa riscontrati dal Comitato" vanno dalla "presenza di padroncini calabresi che provengono da località, dell'area milanese e calabrese, note come luoghi di presenza di 'ndrangheta. Oppure ancora quella di ditte che operano senza alcun titolo in alcuni siti o appalti che vengono assegnati a imprese guidate da pregiudicati". Inoltre, secondo la relazione i controlli ambientali sono deficitari: "Bisogna concentrarsi di più sul movimento terra" , ha aggiunto Dalla Chiesa che poi ha concluso la sua riflessione dicendo che "la 'ndrangheta ha programmato la sua presenza in Expo anche facendo salire imprese dalla Calabria, noi dobbiamo chiudere i varchi facendo i controlli che devono essere fatti".
La quinta relazione del Comitato antimafia del Comune di Milano lancia l'allarme del turismo "in nero, sotterraneo e invisibile" nel periodo di Expo 2015 veicolato dalle organizzazioni criminali. "I clan della 'ndrangheta e provenienti dalla Campania - ha spiegato il presidente del Comitato, Nando Dalla Chiesa - si stanno organizzando per affittare appartamenti in zone appetibili della città per poi subaffittarle ai turisti in visita per Expo senza essere visti e registrati". Una vera e propria "offerta ricettiva clandestina e parallela a quella legale" secondo Dalla Chiesa che chiede "al Comune di Milano di offrire un turismo sicuro e di non far finire i turisti senza saperlo nella mani di malintenzionati". Questo fenomeno - come ha spiegato Dalla Chiesa - "è stato già segnalato così come il fatto che chi ha avuto la stessa idea, senza appartenere ad un clan, è stato prontamente scoraggiato dall'intraprendere questo tipo di affari"
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