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Veronesi: l'eutanasia non sia più 'mascherata', ma libera

Veronesi: l'eutanasia non sia più 'mascherata', ma libera

'Vogliamo essere in prima linea in Europa'

14 luglio 2014, 14:06

Redazione ANSA

ANSACheck

Umberto Veronesi - RIPRODUZIONE RISERVATA

Umberto Veronesi - RIPRODUZIONE RISERVATA
Umberto Veronesi - RIPRODUZIONE RISERVATA

 "Vogliamo essere in prima linea in Europa con la legge sull'eutanasia: è una legge che dà la garanzia alle persone di scegliere consapevolmente come andarsene. Questo è fondamentale per chi, come me, ha vissuto la propria vita in mezzo al dolore, alla sofferenza e alla morte".

    A dirlo è Umberto Veronesi, intervenuto a Milano a sostegno dell'iniziativa 'Eutanasia: il Parlamento si faccia vivo' promossa dall'associazione Luca Coscioni.
    "Dopo Olanda, Belgio e Lussemburgo - ha detto l'oncologo - è ora che anche gli altri Paesi si muovano. Bisogna trovare la maniera di alleviare questa sofferenza finale" ha aggiunto, per commentare il fatto che la proposta di legge, depositata alla Camera il 13 settembre dell'anno scorso, non ha ancora visto avviarsi il dibattito.
    "Ho passato tutta la vita accanto a sofferenza, dolore e morte - ha continuato Veronesi - e la vivo ancora da vicino, quindi l'eutanasia è per me un tema fondamentale. Davanti alla sofferenza e al dolore incontrollabile è fondamentale che ciascuno possa scegliere, in libertà e consapevolezza, come chiudere la propria vicenda umana".   

"Ci sono tre modi di avvicinare le persone malate alla morte: due sono una sorta di eutanasia 'mascherata', decisa dai medici, mentre il terzo è l'unico che darebbe al paziente la libertà di autodeterminarsi e di decidere per sè". Così Umberto Veronesi descrive le strade per la 'dolce morte': le prime due sarebbero già di fatto applicate negli ospedali, mentre la terza è quella che da tempo si sta cercando di regolamentare con un'apposita proposta di legge su iniziativa popolare.

    Il primo modo di praticare una sorta di eutanasia, ha spiegato l'oncologo, "è quello di lasciar morire il paziente: è l'abbandono terapeutico, cioè l'opposto del cosiddetto accanimento terapeutico, ed è deciso dai medici. Il secondo modo è quello di aiutare a morire il paziente aumentandogli la dose di oppiacei giorno per giorno, finché questa non porta alla morte". Si tratta, ha aggiunto Veronesi, "di una 'mezza eutanasia', e anche qui la scelta è presa dai medici, senza che nessuno chieda nulla al paziente: quindi è una pratica fuori dal concetto di autodeterminazione".

    Il terzo modo è invece "quello più semplice: una iniezione che, in modo indolore, porta alla morte. Ma non è solo un'iniezione: è una scelta consapevole del paziente, e una legge che regolamenti questa pratica è un segno del progresso e del livello di civiltà di una società". Il 13 settembre 2013 è stata depositata in Parlamento una proposta di legge su iniziativa popolare proprio sul tema dell'eutanasia: oggi a Milano l'associazione Luca Coscioni, promotrice della proposta, ha organizzato un incontro pubblico per sottolineare il silenzio che in questi mesi ha di fatto 'bloccato' il dibattito sulla legge per l'eutanasia legale. "Credo sia arrivato il momento di parlarne davvero - ha concluso Veronesi - non vogliamo imporre nulla, ma è davvero un argomento chiave, che non è più possibile ignorare". 

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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