Hanno trascorso la notte in una scuola media, in brandine poste in palestra, un centinaio di profughi siriani arrivati in Stazione Centrale, a Milano. Altri - in tutto ne sono stati registrati 555 tra cui 175 bambini - sono stati ospitati in strutture del Comune, della Caritas e dalle associazioni.
Tra i luoghi che hanno accolto i profughi anche le moschee di via Magherna e di Cascina Gobba. Il Comune ha fatto appello al cardinale Scola per ''mettere a disposizione oratori e chiese''. Si tratta di siriani e palestinesi partiti dalla Libia e sbarcati nei giorni scorsi sulle coste della Sicilia.
Il Comune assicura che 'verrà trovata una sistemazione per tutti, anche se le strutture a disposizione sono piene'. L'assessore Pierfrancesco Majorino attacca intanto il ministro Angelino Alfano per la 'palese incapacità dimostrata rispetto all'emergenza Siria'. In stazione Centrale si prevedono altri arrivi.
"La soluzione non può essere quella di aprire le chiese: quello è un appello retorico che non porterebbe alcun beneficio ai profughi. Certo in chiesa avrebbero un tetto e poi? I bagni? La mensa? I letti? Le
attrezzature? Il personale?". Lo afferma Don Davanzo, direttore della Caritas Ambrosiana dopo l'appello del Comune di Milano all'arcivescovo Angelo Scola di mettere a disposizione chiese e oratori per l'emergenza profughi.
''La pressione di questi giorni può avere spinto i rappresentanti del Comune di Milano a qualche battuta infelice e fuori luogo - ha detto ancora don Roberto Davanzo - Evitiamo polemiche sterili e strumentali sulla pelle dei poveri. Riconosciamo che, in questa circostanza, il Comune non è stato sufficientemente supportato dalle Istituzioni centrali, ma la soluzione non è quella".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA