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Prostituzione: sgominata banda piazzole

Prostituzione

Prostituzione: sgominata banda piazzole

Romeni, albanesi e italiani erano organizzati gerarchicamente

BERGAMO, 02 luglio 2014, 11:31

Redazione ANSA

ANSACheck

(di Fabio Conti)

Uno degli arrestati si vantava su Facebook, spacciandosi come 'trafficante di carne umana', quella di giovanissime prostitute costrette sulla strada in ogni genere di situazione, pure il giorno dopo aver partorito, come è stato appurato in un caso dai carabinieri di Bergamo. I militari hanno messo fine all'attività di sfruttamento che durava da anni: 47 i provvedimenti cautelari firmati dal gip e in parte eseguiti nei confronti di albanesi, italiani e romeni che facevano capo a cinque bande che secondo l'accusa, gestivano la prostituzione sulle strade provinciali della zona e in appartamenti attraverso siti internet. A capo delle organizzazioni i romeni e gli albanesi, mentre i sette italiani coinvolti erano 'relegati' al ruolo di autisti: in cambio di 30 euro alla volta si occupavano infatti di accompagnare le ragazze sulle strade e di andare a riprenderle alla fine del 'turno', cercando così di sollevare da responsabilità e sospetti, in caso di controllo, i loro protettori.

Dei 47 provvedimenti cautelari, 24 sono stati eseguiti: otto sono in carcere, otto ai domiciliari e altrettanti hanno l'obbligo di firma. Gli altri sono tuttora ricercati e forse sono riusciti a tornare nel Paese d'origine. Per tutti, le accuse sono di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione.

L'indagine dei carabinieri era scattata a gennaio 2013, dopo che una delle prostitute aveva presentato denuncia per violenza sessuale. In un anno e mezzo i militari hanno ricostruito le dinamiche di un'organizzazione costruita gerarchicamente e che riusciva a gestire la prostituzione anche dal carcere: la polizia penitenziaria ha infatti trovato una simcard nella cella di due albanesi già coinvolti e già arrestati. A capo dei cinque gruppi c'erano i cosiddetti 'proprietari' dei tratti di marciapiede e piazzole dove le ragazze lavoravano, guardate a vista dai 'controllori' che evitavano contatti con gruppi criminali rivali. Poi c'erano gli addetti alla riscossione del denaro 'dovuto' per l'occupazione delle piazzole e gli sfruttatori veri e propri, che pagavano agli 'esattori' fino a 350 euro a ragazza, ogni settimana, per l'occupazione del marciapiede. YN3/

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